• 17 Maggio 2024 4:24

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Fra Giuseppe Maggiore

I domenica di Avvento Anno B

Letture: Is 63,16-17.19; 64,2-7; Sal 79;  1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Il padrone di casa, il Signore Gesù, è assente ma tornerà nella gloria. In questo tempo di mezzo, fra la storia e la gloria, il nostro compito: vigilare per costruire con la nostra vita il Regno, annunciando non solo con le parole ma con le opere la sua venuta.

Una venuta che come dice Curtaz “non avviene alla fine della notte, ma continuamente”. Ed è davvero bello pensare che il Signore ci affida il potere in questo tempo di mezzo, ci affida il Vangelo come un tesoro custodito in vasi creta. Non importa se non hai studiato teologia, se a mala pena sai leggere, se la tua vita va a rottoli… non importa il Signore crede anche in te… in noi! si fida di te e di me che l’abbiamo “forse” tradito o rinnegato.
“E ai portinai, a coloro, cioè, che hanno maggiori responsabilità, quella di aprire la casa, la Chiesa, la comunità, a chi cerca il Signore, chiede di vigilare ancora di più, con maggiore convinzione e sforzo. Quanto è terribile vedere portinai ignavi, impigriti, imborghesiti, sedersi al posto del padrone! Quanto è bello, pur con fatica, vedere una Chiesa che si interroga su come rimanere fedele a Cristo! Quanto scandalo suscitiamo quando dimentichiamo chi siamo veramente! Servi inutili”. Gli attacchi continui alla chiesa da parte della stampa di una certa fazione politica dimostra quanto sia scomodo quando la Chiesa è dalla parte dei poveri che sono il bene prezioso che Dio ha dato in eredità a noi. Non a caso sono coloro che la notte di Natale ricevono il primo annuncio.

In questo tempo di avvento risuona continuamente il ritornello “vegliare”. Vegliare è vivere nella notte senza appartenere alla notte. La vigilanza è essenziale alla operosa comunione tra ogni essere umano. La vigilanza non permette la chiusura in noi stessi. La chiusura della comunità che si trasforma in un ghetto o in luogo di privilegiati. Non possiamo e non dobbiamo tenere le porte chiuse, rifugiarsi nel piccolo e nel privato…per non dare noia a nessuno. La porta aperta di cui questo brano parla è il dialogo col mondo circostante, con la storia che cambia, con l’uomo che cambia…

Pur non sapendo quando sarà il ritorno, la parabola accenna alla divisione che i romani facevano della notte: alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino. Forse non è a caso che Marco usa gli stessi momenti per raccontare la Passione del Signore: l’arresto (Mc 14, 17), l’interrogatorio del sommo sacerdote (14, 60-62), il rinnegamento di Pietro (14, 72) l’interrogatorio di Pilato (15,1) a cui fa da contrasto l’incapacità dei discepoli di vegliare (14, 37-39).( Cantini)

È tempo di vegliare, di prendere consapevolezza del tempo, di essere coscienti del tempo presente, di riempirlo con cose ci fanno crescere nell’amore e nella comunione con il prossimo, demolendo muri e gettando ponti di pace. Vivere ogni momento come Kairos, momento di grazia, come una novità che apre orizzonti nuovi di infinito.

A tutti è chiesto di mettersi in sintonia con Colui che si attende, come una madre che aspetta che il figlio rientri quando è uscito con gli amici. La distanza non conta, né il prolungarsi dell’attesa… quello che conta davvero è la comunione col Signore.

Buon Avvento!