• 3 Maggio 2024 11:34

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

di Suor Cristiana Scandura –  Carissimi Fratelli e Sorelle, quando una madre porta in grembo due gemelli eterozigoti, il primo a venire alla luce in realtà è il secondo che è stato concepito. Mentre quello che è stato concepito per primo, viene alla luce come secondo. Anche se questa tesi non è scientificamente provata al cento per cento, è comunque un’ipotesi attendibile.

santa-chiara-300x199 Chiara d’Assisi: figlia primogenita di Francesco?Ho portato questo esempio perché tutte le volte che leggo nelle nostre Costituzioni Generali che il nostro Ordine di Sorelle Povere di Santa Chiara costituisce il “Secondo Ordine” fondato da San Francesco (CC GG Cap.1, art.1), provo un certo segreto disappunto, ma anche una certa soddisfazione per l’intima profonda convinzione che le cose, a parer mio, stanno un po’ diversamente e mi torna in mente l’esempio del parto gemellare. Mi spiego meglio:

Nel suo Testamento spirituale, S. Chiara ci tiene molto a sottolineare che San Francesco quando “non aveva ancora né fratelli né compagni, quasi subito dopo la sua conversione, stava edificando la chiesa di San Damiano, totalmente visitato dalla consolazione divina, fu spinto fortemente ad abbandonare del tutto il mondo, per la grande letizia e per l’illuminazione dello Spirito Santo profetò a nostro riguardo quello che poi il Signore adempì. Salendo infatti in quel tempo sul muro di tale chiesa, a certi poveri che si trovavano lì appresso diceva a voce spiegata e in lingua francese: ‘Venite e aiutatemi nell’opera del monastero di San Damiano, perché qui tra poco ci saranno delle signore, e dalla cui esistenza degna di fama e dal cui santo tenore di vita sarà glorificato il Padre nostro celeste in tutta la sua santa Chiesa’.” (FF 2826)chiara-e-francesco-300x268 Chiara d’Assisi: figlia primogenita di Francesco?

Quindi nel pensiero e nel cuore di San Francesco, le Clarisse vennero prima dei Frati; di fatto egli non aveva ancora seguaci e già pensava a noi. È vero che questa profezia si concretizzò dopo l’arrivo dei Frati, ma siamo state concepite prima. Non me ne vogliano i Frati, ma io (come membro dell’Ordine delle Sorelle Povere di Santa Chiara) mi considero la primogenita del Padre San Francesco, questo mi fa sentire, non so come dire: prediletta, amata e anche vezzeggiata.

Comunque, al di là di questo piccolo inciso, ciò che più conta è che: “un solo e medesimo Spirito ha fatto uscire i frati e le donne poverelle da questo mondo.” (FF 793), per cui come disse S. Giovanni Paolo II in un discorso “a braccio”, in visita alle Clarisse del Protomonastero:
«È veramente difficile disgiungere questi due nomi: Francesco e Chiara. Questi due fenomeni: Francesco e Chiara. Queste due leggende: Francesco e Chiara […] C’è in loro qualcosa di profondo che non può essere capito se non attraverso i criteri della spiritualità francescana, cristiana, evangelica; che non può essere capita con i criteri umani» (S. Giovanni Paolo II, Discorso alle Clarisse di Assisi, 12 marzo 1982).

IL COMPITO SPECIFICO DI TUTTI I SEGUACI DI SAN FRANCESCO È QUELLO DI “RIPARARE” LA CHIESA DI DIO.

La vita di un Frate o di una Clarissa, ma ancor prima la vita del cristiano, dovrebbe essere trasparenza di Dio, “specchio ed esempio” per tutti, “effondendo il profumo di una vita santa tanto a quelli che sono vicini, quanto a quelli che sono lontani. Amandoci a vicenda nell’amore di Cristo e mostrando anche esternamente, con le opere, questo amore che abbiamo nel cuore” (Cfr Test S. Chiara 9).

Contemplando continuamente il Verbo Incarnato e conformando la nostra vita alla Sua, ameremo come Cristo Gesù, vivremo come Lui, pregheremo come Lui, guarderemo la storia, il prossimo, noi stessi, con gli occhi e il cuore di Cristo, cioè con gli occhi e il cuore dell’Amore. Radichiamo “la Parola nel cuore e il cuore in Dio” (CC GG O.S.C., art 4,2) per “godere di questo sacro convito e poter aderire con tutte le fibre del cuore a Colui, la cui bellezza è l’ammirazione delle beate schiere del cielo. La soavità di Lui pervade tutta l’anima, la contemplazione ristora, la benignità ricolma” (FF 2901). Che il Padre delle Misericordie, da cui proviene ogni bene, per intercessione della Beata Vergine Maria, ce lo conceda.