• 17 Marzo 2025 12:55

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sabato della VII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Sir 17,1-13   Sal 102   Mc 10,13-16

Riflessione biblica

“Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso” (Mc 10,13-16). La spensieratezza dei bambini e il loro schiamazzare possono dare fastidio, ma rendono la vita gioiosa e colorita, spezzano la routine del quotidiano pesante e sempre ansioso. Ma al di là di queste note umane, Gesù ci propone un messaggio per riflettere. Il bambino ci è proposto come modello del nostro vivere la sequela di Gesù: “Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso” (Mc 10,15). Tale cammino spirituale va percorso con alcune caratteristiche del bambino: la semplicità, la docilità, la fiducia. Camminare in semplicità: niente complicazioni inutili, ma con quella serenità che ci fa aderire con spontaneità al Vangelo e alla salvezza: “Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?” (Lc 9,24-25). Allora, “pensiamo al Signore con bontà d’animo e cerchiamolo con cuore semplice” (Sap 1,1). Accogliere con docilità: “la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza” (Gc 1,21); essa ci renda capaci di ascoltare, apprendere, accettare gli insegnamenti del Vangelo, per realizzare il nostro progetto di vita in comunione con Gesù. Affidiamoci a Gesù con fiducia: con quell’abbandono pieno che ci fa vivere in sintonia con Gesù e con le sue scelte di predilezione e rispetto per i “piccoli” di questo mondo. E la nostra certezza sia questa: “So che, secondo la mia ardente attesa e la speranza, in nulla rimarrò deluso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia” (Fil 1,19-20)

Lettura esistenziale

“Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso” (Mc 10,15). Proporre un bambino come modello del credente è far entrare nella religione l’inaudito. Cosa sa un bambino? Il gioco, il vento delle corse, la dolcezza degli abbracci. Non sa di filosofia, di teologia, di morale. Ma conosce come nessuno la fiducia, e si affida. Gesù ci propone un bambino come padre nella fede. «Il bambino è il padre dell’uomo» (Wordsworth). I bambini danno ordini al futuro, danno gioia al quotidiano. La casa ha offerto il suo tesoro, un cucciolo d’uomo, parabola vivente, piccola storia di vita che Gesù fa diventare storia di Dio: chi lo abbraccia, abbraccia me! Gesù offre il suo tesoro: il volto di un Dio che è non onnipotenza ma abbraccio: ci si abbraccia per tornare interi (A. Merini), neanche Dio può stare solo, non è “intero” senza noi, senza i suoi amati. Chi accoglie un bambino accoglie Dio! Parole mai dette prima, mai pensate prima. I discepoli ne saranno rimasti sconcertati: Dio come un bambino! Vertigine del pensiero. L’Altissimo e l’Eterno in un bambino? Se Dio è come un bambino significa che devi prendertene cura, va accudito, nutrito, aiutato, accolto, gli devi dare tempo e cuore (E. Hillesum). Non puoi abbandonare Dio sulla strada. Perché Dio non sta dappertutto, sta soltanto là dove lo si lascia entrare (Ermes Ronchi).