• 24 Giugno 2025 12:53

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

De Gasperi, chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione

Si è tenuto il 28 febbraio, alle ore 12, nel Palazzo Apostolico Lateranense, la sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, fama di santità e dei segni del Servo di Dio Alcide De Gasperi, laico e padre di famiglia.

La firma del verbale e la consegna di 24 plichi sigillati con la ceralacca contenenti oltre 22mila documenti. È il rituale che oggi a Roma ha accompagnato la sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, fama di santità di Alcide De Gasperi (1881-1954). Fra i fondatori della Democrazia Cristiana, è stato otto volte presidente del Consiglio fra il 1945 e il 1953, traghettando l’Italia dalla monarchia alla Repubblica, affrontando le trattative di pace dopo la fine della seconda Guerra mondiale, gestendo la fase riformista della ricostruzione post-bellica. «Padre di famiglia e laico», come viene indicato nei documenti del processo. E padre dell’Italia repubblicana, statista lungimirante che ha contribuito a gettare le basi dell’Europa unita.

Un impegno sociale e politico il suo, guidato da un’incrollabile fede nella Provvidenza. È stato «un politico mosso da una profonda spiritualità e da una visione cristiana della vita e del servizio pubblico – ha affermato il cardinale vicario di Roma Baldo Reina che ha presieduto il rito nella Sala della Conciliazione del Palazzo Apostolico Lateranense –

L’inchiesta diocesana

L’Inchiesta diocesana era stata avviata inizialmente presso il Tribunale ecclesiastico dell’Arcidiocesi di Trento. Il prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, il cardinale Marcello Semeraro, dopo aver ottenuto l’assenso sia dell’arcivescovo di Trento, sia del cardinale vicario del Santo Padre per la diocesi di Roma, ha trasmesso il rescritto, concedendo il trasferimento della competenza del foro alla diocesi di Roma.

La procedura

Il Tribunale che ha condotto l’inchiesta diocesana a Roma è composto da monsignor Giuseppe D’Alonzo, delegato episcopale; da don Andrea De Matteis, promotore di giustizia; e da Marcello Terramani, notaio attuario. Postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione è Paolo Vilotta.

Tutti gli atti processuali, in doppia copia conforme, chiusi in contenitori sigillati, saranno consegnati a Paolo Vilotta, nominato portitore, con il compito di trasmetterli al Dicastero delle Cause dei Santi.