• 9 Dicembre 2024 7:42

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì della XIII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Gen 21,5.8-20; Sal 33; Mt 8,28-34

Riflessione biblica

“Tutta la città uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio” (Mt 8,28-34). Che tristezza! Gli indemoniati riconoscono subito in Gesù “il Figlio di Dio” e gli obbediscono pure. I mandriani, invece, “uscirono incontro a Gesù”, lo videro e lo pregarono di andarsene via dal loro territorio: “Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto” (Gv 1,11). Per salvaguardare i loro interessi, non sono disposti ad accogliere Gesù e la salvezza che egli offre. Neppure un miracolo li ha liberati dalla loro cupidigia, basata su un’attività contro la Kashruth, “la legge di purità: “fra i ruminanti e gli animali che hanno l’unghia divisa, non mangerete il porco, perché ha l’unghia bipartita da una fessura, ma non rumina, lo considererete impuro” (Lev 11,7). Non meravigliamoci: gli affari sono affari, e afferrano il cuore: “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza” (Mt 6,24). In verità, c’è un solo Dio. Eppure, per molti non è così e invece di servire Dio servono i propri interessi fino a dimenticarsi di Dio e e della transitorietà della vita: “Non affannarti per accumulare ricchezze, sii intelligente e rinuncia. Su di esse volano i tuoi occhi ma già non ci sono più: perché mettono ali come aquila e volano verso il cielo” (Prov 23,4-5). Il Signore ci dia la sapienza del cuore: “Ricchezze e potenza sollevano il cuore, ma più ancora il timore del Signore. Con il timore del Signore non manca nulla, con esso non c’è bisogno di cercare un altro aiuto” (Sir 40,26). Il tesoro, che dobbiamo avere nel cuore, è Cristo e seguirlo è sapienza divina: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo” (Mt 19,21).

Lettura esistenziale

“Giunto all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. Cominciarono a gridare: «Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?»” (Mt 8, 28s). Mentre l’evangelista Marco, narrando questo medesimo episodio, parla di un solo indemoniato, Matteo parla di due indemoniati. Questo dettaglio, forse più teologico che storico, mette in evidenza che il male contagia, avvelena, è solidale. Crea sottili legami di complicità che accecano e condizionano. Spesso, nella storia, il male si è compiuto in compagnia, in gruppo, per rafforzare la propria convinzione, per diminuire la propria responsabilità. Ma, se questo è vero per il male, la stessa cosa vale per il bene. Tutti conosciamo il detto: “le parole muovono ma gli esempi trascinano”. Se così forte è il potere del buon esempio, quale non dovrebbe essere il nostro impegno per diffonderlo, vivendo in maniera coerente il Vangelo in cui crediamo? Il cristianesimo si diffonde non per proselitismo, ma per contagio. Chi ci osserva dovrebbe poter pensare che è bello essere cristiani.