• 20 Maggio 2024 13:22

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

di Suor Cristiana Scandura –  “Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia” (Gv 16, 20).

Gesù invita a guardare la gioia da un’altra prospettiva. C’è un misterioso passaggio che permette alla tristezza del discepolo di trasformarsi in gioia.  E questo passaggio è possibile se non si stacca la gioia dalla fatica e dal dolore.

L’invito alla gioia, presente nella Parola di Gesù e in tutto il Vangelo, è in un contesto di persecuzione e Gesù ne parla alla vigilia della sua passione. E questo ci fa comprendere una qualità fondamentale della gioia di cui parla Gesù: essa non sta nell’assenza della croce, ma nel comprendere che la croce non è sconfitta e che, di conseguenza, la storia va letta diversamente.

È questa la ragione ultima che giustifica, ed esige, la gioia pur nella contraddittorietà: una  lettura  della  storia  interpretata  alla  luce  della  vicenda  del Cristo  morto  e  risorto.  La gioia del discepolo si fonda sul dono della vita di Gesù, un dono che rinnova totalmente l’umanità e la creazione intera.

La gioia nasce dalla certezza di una salvezza compiuta per noi in Gesù. Si gioisce della gratuità dell’amore di Dio. È Dio che salva l’uomo e conduce la storia: e l’amore che sembrava sconfitto è  in  realtà vittorioso.