• 4 Maggio 2024 6:13

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

San Giosafat

Letture: Sap 13,1-9; Sal 18; Lc 17,26-37

Riflessione biblica

“Come avvenne nei giorni di Noè e di Lot, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo”. Il paragone con “i giorni di Noè e di Lot” implica un’urgenza a cambiare atteggiamento di vita. Niente paura, ma discernimento sapienziale e conversione decisa ad accogliere l’invito di Gesù a dare un senso più profondo alla nostra esistenza e un orientamento giusto verso il Regno di Dio. Alla maniera di Noè, “che fu trovato perfetto e giusto, al tempo dell’ira fu segno di riconciliazione; per mezzo suo un resto sopravvisse sulla terra, quando ci fu il diluvio” (Sir 54,9). Egli credette e “per la sua fede, fu avvertito di cose che ancora non si vedevano, preso da sacro timore, costruì un’arca per la salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e ricevette in eredità la giustizia secondo la fede” (Ebr 11,7). Egli è esempio per noi: per non vivere “i nostri giorni” nell’indifferenza e nell’ingiustizia, come fecero gli uomini del suo tempo: “Dio, infatti, non risparmiò il mondo antico, ma con altre sette persone salvò Noè, messaggero di giustizia, inondando con il diluvio un mondo di malvagi” (2Pt 2,5).lot-300x166 Dare senso alla propria vita Urgente fu anche l’invito misericordioso che Dio, mediante messaggeri, rivolse a Lot ad uscire da un mondo corrotto e malvagio: “Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città” (Gen 19,16). Anch’egli è un esempio per andare incontrò al Signore con purezza e santità di vita: “Liberò Lot, uomo giusto, che era angustiato per la con-dotta immorale di uomini senza legge” (2Pt ), ma “non risparmiò i concittadini di Lot, che egli aveva in orrore per la loro superbia. Non ebbe pietà di un popolo maledetto, che fu scacciato per i suoi peccati” (Sir 16,8-9) e “piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti” (Lc 17,29). Alla saggia riflessione deve seguire una decisa conversione. Non ci si converte per paura di soffrire, ma per amore; non per interesse, cioè preoccupati di perdere beni e vantaggi della vita presente, ma con la piena adesione a Gesù, portando la croce con lui: “Rimaniamo saldi nella fede, sapendo che dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni” (At 14,22). operosi nell’amore per acquistare “il tesoro nascosto nel campo” (Mt 13,44) e dirigere il nostro cuore verso Cristo: “Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21); vigilanti perché il cuore non si appesantisca nelle preoccupazioni terrene e nei piaceri del mondo e non essere come “quelli seminati tra i rovi: coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto” (Mc 4,18-19).

Lettura esistenziale

parola-1 Dare senso alla propria vita“Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva” (Lc 17, 33). In questo paradosso è contenuta la regola d’oro che Dio ha inscritto nella natura umana creata in Cristo: la regola che solo l’amore dà senso e felicità alla vita. Spendere i propri talenti, le proprie energie e il proprio tempo solo per salvare, custodire e realizzare sé stessi, conduce in realtà a perdersi, ossia a un’esistenza triste e sterile. Se invece viviamo per il Signore e impostiamo la nostra vita sull’amore, come ha fatto Gesù: potremo assaporare la gioia autentica, e la nostra vita non sarà sterile, sarà feconda. Non c’è dubbio che seguire Cristo è difficile, ma, come Egli dice, solo chi perde la propria vita per causa sua e del Vangelo la salverà (cfr Mc 8,35), dando senso pieno alla propria esistenza.

Chi vuol soltanto possedere la propria vita, prenderla solo per se stesso, la perderà. Solo chi si dona riceve la sua vita. Con altre parole: solo colui che ama trova la vita. E l’amore richiede sempre l’uscire da se stessi per donarsi. Questa è la logica del Cristianesimo, che risponde alla verità dell’uomo creato a immagine di Dio, ma al tempo stesso contrasta con il suo egoismo, conseguenza del peccato originale.

Nella celebrazione dell’Eucaristia riviviamo il mistero della croce; non solo ricordiamo, ma compiamo il memoriale del Sacrificio redentore, in cui il Figlio di Dio dona completamente Sé stesso. Ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa, l’amore di Cristo crocifisso e risorto si comunica a noi come cibo e bevanda, perché possiamo seguire Lui nel cammino di ogni giorno, nel concreto servizio dei fratelli.