Due cardinali siciliani chiamati a partecipare al prossimo Conclave. Nella Cappella Sistina, nel solenne cerimoniale che porterà alla nomina del successore di Papa Francesco, entreranno anche i cardinali Baldassarre Reina (di San Giovanni Gemini, in provincia di Agrigento) e Francesco Montenegro (nato a Messina). Escluso – per limiti d’età – il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito di Palermo, originario di Acireale, nel Catanese. Tra i membri del Collegio cardinalizio anche un altro arcivescovo emerito del capoluogo siciliano, il cardinale pugliese Salvatore De Giorgi, tra i più anziani del Vaticano con i suoi 94 anni.
Baldassare Reina, da Agrigento a Roma nel nome di Dio
Da San Giovanni Gemini arriva invece il cardinale Baldassare Reina, vicario generale per la Diocesi di Roma e arciprete della basilica papale di San Giovanni in Laterano. Nato nel 1970 (oggi ha 55 anni) è stato ordinato presbitero trent’anni fa, divenendo in principio parroco a Favara e a San Leone. Dopo aver ricoperto diversi incarichi per la diocesi agrigentina, nel 2022 è stato nominato ausiliare di Roma, ricevendo l’ordinazione episcopale. Fu Papa Francesco a nominarlo vice gerente della Diocesi di Roma. Lo scorso ottobre, con l’annuncio del Concistoro, è stato nominato vicario generale per la Diocesi della Capitale e scelto come nuovo cardinale proprio da Bergoglio.
Francesco Montenegro, il cardinale messinese vicino ai migranti
Nato a Messina nel ’46, il cardinale Francesco Montenegro (che oggi ha 79 anni) è arcivescovo metropolita emerito di Agrigento. Ordinato sacerdote a 23 anni, per due anni ha esercitato il ministero al villaggio Unrra (United Nations relief and rehabilitation administration), un rione periferico che prende il nome dall’amministrazione delle Nazioni Unite per l’assistenza e la riabilitazione delle zone danneggiate dalla guerra. Fu Giovanni Paolo II a eleggerlo alla Chiesa titolare di Aurusuliana, nominandolo vescovo ausiliare di Messina. E’ stato nel duomo della sua città che ha ricevuto l’ordinazione episcopale dall’arcivescovo Giovanni Marra scegliendo come motto “Caritas sine modo”.
Nel 2008, invece, Benedetto XVI lo ha promosso arcivescovo metropolita di Agrigento. Nell’arcidiocesi ha portato le sue idee tra comunione, missione e formazione, ricordando sempre marginalità e povertà. La continua attenzione ai migranti, una delle priorità pastorali della diocesi che comprende anche Lampedusa, gli è valsa la nomina a presidente della commissione episcopale per le migrazioni e presidente della fondazione Migrantes. Papa Francesco – che accolse proprio a Lampedusa durante il primo viaggio del suo pontificato – lo ha nominato cardinale nel Concistoro del 2015.
Paolo Romeo e Salvatore De Giorgi, due arcivescovi emeriti siciliani fuori dal Conclave
Romeo è stato nominato nel 2006 da Benedetto XVI come arcivescovo metropolita di Palermo: fu qualche anno più tardi che accolse il Santo Padre (ovvero Ratzinger) in visita nel capoluogo siciliano. E’ stato nominato “emerito” nel 2015 e scelto da Benedetto XVI come cardinale, nel Concistoro del 2010. Nel 2013 ha partecipato al Conclave che ha eletto Papa Francesco.
De Giorgi, ex membro della chiesa di Foggia, viene invece destinato alla guida dell’Arcidiocesi di Palermo nel ’96, divenendo anche presidente della Conferenza episcopale siciliana. Molte le sue denunce contro la mafia – invitava a parlare delle “tante luci” della realtà palermitana e siciliana, “certamente prevalenti sulle ombre che esistono e che vanno debellate” -, vicino agli ammalati e ai sofferenti, ha ricevuto dall’Università di Palermo la laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia. Arcivescovo emerito di Palermo dal 2006, è stato scelto come cardinale da Papa Giovanni Paolo II nel ’98. Tra le altre cose, ha partecipato al Conclave che ha eletto Papa Benedetto XVI.
Cosa è il conclave, come viene eletto il Papa
La morte di Bergoglio, arrivato dalla “fine del mondo” per guidare la Chiesa, ha dato inizio a una serie di eventi solenni e cerimoniali che seguono rigide regole che porteranno all’elezione del suo successore. Dalla conferma della morte da parte del camerlengo all’annullamento dell’anello del pescatore che funge da sigillo per i documenti papali, fino al “novendiale” (ovvero nove giorni di lutto per la morte del pontefice), all’esposizione della salma e ai funerali in piazza San Pietro.
Clou di questi rituali è certamente il Conclave: tra i 15 e i 20 giorni dopo il funerale del Papa, il Collegio dei cardinali elettori (ovvero tutti quelli con meno di 80 anni di età) si riunisce in Vaticano per il processo segreto di elezione del nuovo pontefice. Il giorno d’inizio del Conclave la Cappella Sistina viene fisicamente sigillata: lì, i cardinali che hanno prestato giuramento di segretezza, vengono chiusi a chiave. Da qui la locuzione latina “clausi cum clave”.
Si vota a scrutinio segreto ed è necessaria la maggioranza dei due terzi: alla fine, per comunicare l’esito di ogni votazione, i cardinali accendono un camino che emette una fumata visibile da piazza San Pietro dal comignolo della Cappella Sistina. Se il fumo è nero lo scrutinio non ha raggiunto la maggioranza, se bianco è stato scelto il nuovo Papa. Con la formula “Habemus Papam”, dal balcone principale della basilica di San Pietro viene così annunciato e presentato ai fedeli il nuovo pontefice.
(Fonte Palermo Today – Federica Virga)