• 21 Maggio 2025 3:14

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì fra l’Ottava di Pasqua

Letture: At 3,1-10   Sal 104   Lc 24,13-35

Riflessione biblica

“Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro” (Lc 24,13-35). Delusi e tristi, i due discepoli di Emmaus si allontanano dalla comunità, radunata nel Cenacolo in attesa dell’adempimento della promessa di Gesù. La fede in Gesù, morto e risorto per noi, non è un fatto personale, ma condivisione di un’esperienza di amore da vivere insieme e in comunione con Pietro: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!” (Lc 24,34).emmaus-300x212 Non siamo soli, qualcuno cammina con noi“Conversavano e discutevano insieme”: sul passato di Gesù, più sulla sua crocifissione e morte, meno sulle sue promesse di risurrezione: “Speravamo che fosse lui a liberare Israele; ma son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute”. Delusi fino all’incredulità: è vero che “alcune donne, delle nostre, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo”; anche Pietro e Giovanni “si sono recati alla tomba e l’hanno trovata vuota, ma lui non l’hanno visto” (Gv 20,1-10). Robba da esaltati: una tomba vuota non dice risurrezione. La loro fede è annebbiata: tanto confusi da non riconoscere Gesù che si avvicinò a loro e si fece loro compagno. Egli è l’Emmanuele, il compagno di viaggio, che rafforza la nostra poca fede e ci aiuta a vivere in comunione con lui e con i fratelli nel cammino quotidiano. La sua parola ci illumina la mente, per comprendere che la Croce è il cammino sicuro per entrare con lui nella sua gloria. “Resta con noi, Signore” e, nello spezzare il pane, ti riconosceremo adorandoti e saremo una cosa sola con te: “Il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti partecipiamo all’unico pane” (1Cor 10,16-17). Anzi, “mangiando te, vivremo per te” (Gv 6,57). Dacci sempre di questo pane, Signore e con esso comunicaci il tuo Santo Spirito, perché “è lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; e le tue parole saranno per noi spirito e vita” (Gv 6,63).

Lettura esistenziale

discepoli-di-emmaus-235x300 Non siamo soli, qualcuno cammina con noi“Gesù si avvicinò e camminava con loro” Lc 24,15). Il Vangelo di Emmaus racconta il pellegrinaggio verso l’accensione del cuore da parte di due discepoli sconsolati, tristemente incamminati oltre un sogno finito nel sangue. Sono due, fanno strada insieme, condividono lo stesso dolore, capaci di ascoltarsi e di accogliersi. Ed ecco che uno sconosciuto si accosta a loro, piccola comunità che crea comunità. Il Signore Gesù cammina per le strade del mondo perché il suo cielo è la terra, il suo cielo sono gli altri. Egli abita nei passi dei cercatori ed è seduto alla destra di ciascuno di noi. Ti parla in colui che già sta facendo strada o vita con te, nella tua casa. Salvezza che ti cammina a fianco, questo è il nome della prima donna per il primo uomo, questo può essere il nome di ogni sconosciuto compagno di cammino. La liturgia della strada apre la liturgia della speranza: noi speravamo tanto che fosse lui! E dicono di una storia capita male, di un amore sfociato nel fallimento, nell’illusione. Gesù cominciò allora a spiegare che il Messia doveva soffrire, legge il dolore e l’amore, legge la vita con la Parola di Dio. E l’anima dei due camminanti comincia a rasserenarsi perché scoprono una verità immensa: c’è la mano di Dio, ed è posata là dove sembra impossibile, sulla croce. C’è la mano di Dio, così nascosta da sembrare assente, ma tesse il filo d’oro dentro la tela del mondo, lo tesse dal punto più basso, dalla croce. Noi dimentichiamo costantemente qualcosa: più la mano di Dio è nascosta più è potente. Più la mano di Dio è silenziosa, più è efficace (Ermes Ronchi).