• 7 Maggio 2024 0:46

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Venerdì fra l’Ottava di Pasqua

Lettura At 4,1-12; Sal 117; Gv 21,1-14

Riflessione biblica

“Disse loro Simon Pietro: Io vado a pescare. Gli dissero: Veniamo anche noi con te”. (Gv 21,1-14). Si ritorna alla quotidianità: essa va vissuta alla luce del Cristo Risorto. Le attività sono le stesse di prima, ma esse vanno vissute in Gesù, con Gesù e per Gesù. Per questo, il problema non è la risurrezione, ma vivere da “risorti in Cristo”. gesu-8-200x300 È il Signore!Gesù non è un morto e neppure un fantasma. Siamo noi che con la nostra poca fede lo rendiamo un personaggio evanescente, non una persona da amare. Solo l’amore apre gli occhi per riconoscere che il Signore risorto è sempre con noi. Il ritorno al lavoro quotidiano è una necessità della vita, ma non bisogna mai perdere il giusto orientamento a Gesù: altrimenti, invece di “essere pescatori di uomini” secondo la chiamata di Gesù, ritorniamo ad essere semplici pescatori, testimoni che senza Gesù non possono nulla (Gv 15,5). Gesù è il nostro punto di riferimento quotidiano: rimanere uniti a lui è una necessità del cuore, che ci orienta a colui che dirige il nostro pensa-re, agire e sentire: “Qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre” (Col 3,17). Tre cose sono essenziali per attuare tale vita nuova in Cristo: fiducia, decisione, sapienza. Fiducia: avere il coraggio di dire: “Signore, sulla tua parola getterò le reti” (Lc 5,5) e lasciarci guidare dalle sue parole, che “sono spirito e vita” (Gv 6,63) e vivere in comunione con lui “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, rimane in me e io in lui e colui che mangia me vivrà per me” (Gv 6,54.56-57). Decisione: il cambiamento deve essere costante, senza mezze misure, testimonianza della presenza salvifica di Gesù nella nostra vita e adesione d’amore a lui. Sapienza: quella del cuore, per gustare la presenza del Signore nei cambiamenti che insieme a lui compiamo nel nostro operare quotidiano.

Lettura esistenziale

pesca-300x168 È il Signore!“Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete” (Gv 21, 6). Queste parole di Gesù sono inserite nel racconto della terza apparizione del Risorto ai discepoli presso le rive del mare di Tiberiade, che narra la pesca miracolosa. Dopo lo “scandalo” della Croce i discepoli erano tornati alla loro terra e al loro lavoro di pescatori, cioè a quelle attività che svolgevano prima di incontrare Gesù. Erano tornati alla vita di prima e questo fa intendere il clima di dispersione e di smarrimento che regnava in seno alla loro comunità (cfr Mc 14, 27; Mt 26, 31). Era difficile per i discepoli comprendere ciò che era avvenuto. Ma, mentre tutto sembrava finito, di nuovo, come sulla via di Emmaus, è ancora Gesù a venire verso i suoi amici. Stavolta li incontra sul mare, luogo che richiama alla mente le difficoltà e le tribolazioni della vita; li incontra sul far del mattino, dopo un’inutile fatica durata l’intera notte. La loro rete è vuota. In certo modo, ciò appare come il bilancio della loro esperienza con Gesù: lo avevano conosciuto, gli erano stati accanto, ed Egli aveva loro promesso tante cose. Eppure ora si ritrovavano con le reti vuote. Ma ecco che all’alba Gesù va loro incontro; essi però non lo riconoscono subito. Dopo però avere ascoltato l’esortazione del Signore e aver preso una grossa quantità di pesci, lo sguardo perspicace del discepolo che Gesù amava, icona del credente, riconosce il Maestro presente sulla riva del lago ed esclama: “È il Signore!”. Questa sua spontanea professione di fede è anche per noi un invito a proclamare che Cristo risorto è il Signore della nostra vita. Possa ogni cristiano annunciare con la stessa fede ed entusiasmo di Giovanni che Gesù Cristo “è il Signore!”.