• 29 Aprile 2024 19:22

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi E suor Cristiana Scandura

Santa Scolastica

Letture: Gen 3,1-8; Sal 31; Mc 7,31-37

Riflessione biblica

“Gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; e gli disse: Effatà, cioè: Apriti!” (Mc 7,31-37). C’è relazione profonda tra la profezia sul Messia di Is 35,5-6: “Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi, lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto” e il miracolo della guarigione del sordomuto, narrata dal Vangelo. Annuncio e adempimento: in Gesù si adempie la profezia: “Egli è venuto a salvarci” (Is 35,4). gesu-2-300x169 Effatà: apritiE tra profezia e adempimento si colloca la parola decisiva: “Effata: apriti”. Gesto che ci ricorda il battesimo, quando il sacerdote ci invitò ad ascoltare la parola di Dio, farla entrare nel cuore e divenire figli di Dio, “uno in Gesù”: “Quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,27-28). Gli toccò la lingua, per scioglierla dalla menzogna, proclamare e testimoniare la verità: “Rimanete nella mia parola, sarete miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32). Non sono gesti magici, ma gesti di salvezza: rinnovano l’uomo intero e lo rendono capace di proclamare che Gesù è il Salvatore degli uomini. Nel battesimo, il sacerdote ci invitò ad ascoltare la parola di Dio: “Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua parola, e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre”. Non parole magiche, ma proclamazione di fede: “il sacerdote le pronuncia facendo il segno della Croce sulle orecchie e sulle labbra del bambino. Sugli orecchi per ascoltare la voce del Signore; sugli occhi per vedere lo splendore del volto di Dio; sulla bocca, per rispondere alla parola di Dio; sul petto, perché Cristo abiti per mezzo della fede nei nostri cuori; sulle spalle, per sostenere il giogo soave di Cristo”“Effata: apriti”: parola che trasmette guarigione e salvezza, grazia e misericordia, ci libera dall’isolamento, dal mutismo e ci apre alla relazione con Dio e alla solidarietà con i fratelli

Lettura esistenziale

gesu-12-300x169 Effatà: apriti“Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: ‹‹Effatà››, cioè: ‹‹Apriti››” (Mc 7, 33s). Al centro del brano evangelico odierno che narra la guarigione del sordomuto, Gesù pronuncia una piccola parola che riassume tutto il messaggio e tutta l’opera di Cristo: “Effatà”, che significa: “Apriti”. In quell’istante, riferisce l’evangelista, all’uomo fu restituito l’udito, gli si sciolse la lingua e parlava correttamente. La guarigione fu per lui un’«apertura» agli altri e al mondo. Tutti sappiamo che la chiusura dell’uomo, il suo isolamento, non dipende solo dagli organi di senso. C’è una chiusura interiore, che riguarda il nucleo profondo della persona, quello che la Bibbia chiama il «cuore». È questo che Gesù è venuto ad «aprire», a liberare, per renderci capaci di vivere pienamente la relazione con Dio e con gli altri. “Effatà” è una parola che ha un significato molto importante anche per noi oggi. Ci invita ad aprire i nostri cuori alla grazia. Aprirsi alla grazia significa accogliere e mettere in pratica la Parola del Vangelo che ci dice: porgi l’altra guancia e non reagire; perdona e non accusare; sopporta e non ti ribellare; cerca di comprendere e non giudicare; parla bene e non mormorare; accetta i tuoi limiti e quelli degli altri; sii misericordioso e non cercare di farti giustizia da te. Accogliere la grazia, mettendo in pratica la Parola di Dio e diventando vulnerabili, è l’unico modo per diventare discepoli di Cristo, è l’unico modo per entrare nella verità del vangelo.