Commento di Fra Marcello Buscemi e Tiziana Frigione.
Madonna della Lettera, patrona di Messina.
Riflessione biblica
“A Cana di Galilea c’era Maria, invitata con Gesù e gli apostoli “ad una festa di nozze”. Tale indeterminazione ci fa comprendere che “quelle nozze”, oltre ad un senso reale, hanno anche un senso simbolico. È il tempo messianico, in cui abbondano vino, grano, olio: “Le aie si riempiranno di grano e i tini traboccheranno di vino nuovo e di olio. Allora voi riconoscerete che io sono in mezzo a Israele, e che io sono il Signore, vostro Dio, e non ce ne sono altri: mai più vergogna per il mio popolo” (Gl 2,24.27). È venuto Gesù: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!” (Mt 25,6). A queste nozze messianiche c’è Maria, la Madre di Gesù, la figlia di Sion, la vergine prudente e saggia che entra con Gesù alle nozze, a cui tutti i discepoli di Gesù prendono parte. Alle nozze si entra con “le lampade accese” e “la veste bianca”, entrambi segni della nostra fede. E tale nostra fede in Gesù è sostenuta da Maria, la Madre di Gesù e la nostra Madre che “ci benedice e vuole essere eterna protezione e difesa” (Lettera ai Messinesi). Molti sono i pericoli e le insidie del male, ma in ogni occasione Maria è “la nostra pronta soccorritrice”, la nostra “odigitria”, cioè la “guida” che ci indica la via della salvezza e della vita. “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”: ascoltare Gesù è una necessità per il cristiano, se vuol conseguire la vita eterna: “In verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv 5,24).
Obbedendo alla voce di Maria, seguiremo Gesù, “via, verità e vita” (Gv 14,6) ed egli ci renderà partecipe della sua gloria: “Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, e l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro” (Gv 17,24.26).
Lettura esistenziale
Siamo fatti per l’amore, attratti intimamente ad una vita piena ad essere in unione profonda con Dio. E’ il desiderio di assoluto che ci abita e ci fa vivere nella gioia, consapevoli che così troviamo il senso, tutto il significato profondo, fin nelle piccole cose. Viviamo in pienezza quando siamo alla festa di nozze e Gesù è lo Sposo, che ci ama di un amore più forte della morte, sperimentiamo la reciprocità dell’amore, la condivisione del vino, che ci fa vivere l’ebbrezza della relazione, che ci dà la gioia pura, che rende bella la vita. Accade a volte che inizia a mancare la gioia nella nostra vita, perdiamo il senso, rinunciamo alla nostra vera identità, ci perdiamo dietro il bisogno ossessivo di raggiungere obiettivi che soddisfano solo il nostro piccolo Io, ma che non ci restituiscono alcuna gioia, perché siamo distanti da Dio. Oppure ci confrontiamo con una immagine di Dio giudicante che ci impone infiniti doveri e che mortifica la nostra umanità, spegne la vita. E’ allora che possiamo ascoltare una voce materna , che si accorge in anticipo di ogni mancanza, interviene prima che sia troppo tardi e ci riporta al senso della nostra esistenza. Non può mancare il vino, la gioia, durante la festa, ed ascoltando Maria, siamo noi servi a fare il prodigio, facendo tutto ciò che ci dirà. Con il nostro sì, realizziamo la volontà di Dio, che desidera riempire le nostre idrie vuote, la nostra vita priva di senso. Con Gesù la nostra umanità , così com’è, diventa vino buono, lui ci colma del suo amore per invitarci a gioire di questa relazione con lui, che rende piena la vita. Dio ha messo nel nostro cuore il desiderio di assoluto, affinché possiamo realizzarlo e possiamo vivere credendo alla nostra verità , ascoltando quello che lui ci dice, certi che lui ci dà il vino, proprio dove manca. Gesù ci fa vedere dove abita , è nelle nozze, nel vino, nella gioia ed oggi ci dice che tutti possiamo ascoltare lui ed attingere “adesso” da questa pienezza, senza misura, vivere una gioia infinita che non dà più valore alle cose in sé, ma alla possibilità di realizzare , ogni giorno un po’ di più, la consapevolezza della sua presenza in noi.