• 1 Maggio 2024 18:55

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Francesco d’Assisi: Pace e realismo anche con il lupo

Davanti al dramma della guerra in Europa, l’esigenza della pace si fa sempre più impellente e molti volgono lo sguardo ad Assisi che – non senza ragioni – è indicata, nota, conosciuta e definita, per la presenza di san Francesco, come “città della pace.

Proprio nei giorni scorsi molti hanno ricordato – dice padre Pietro Messa, frate minore e docente alla Pontificia Università Antonianum – l’incontro interreligioso di pellegrinaggio, digiuno e preghiera voluto da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986. «Francesco d’Assisi richiama al mondo intero l’indicazione evangelica di amare il prossimo ma nel contempo – osserva padre Messa – riconosce la fragilità umana e quindi, con grande realismo aggiunge: se qualcuno non vuole amarli come se stesso, almeno non arrechi loro del male, ma faccia del bene». Nel Testamento il santo di Assisi afferma che gli fu rivelato il saluto «il Signore ti dia pace» e nelle narrazioni diversi sono i fatti che presentano Francesco come “uomo di riconciliazione”.

Tra questi, uno dei più noti è l’episodio «del crudel lupo d’i Gubbio che fece pace co’ cittadini». In una delle più antiche raffigurazioni, ovvero quella presente a Pienza (Siena), Francesco con la mano sinistra tiene la zampa del lupo e con la destra stringe la mano di un rappresentante della popolazione impaurita. Rileva il docente dell’Antonianum: «Ci si sarebbe aspettati che, grazie all’azione dell’Assisiate, i due contendenti, ossia l’animale famelico e la gente, si abbracciassero tra loro; ma il dipinto, con grande realismo, mostra che, in quel momento, tale riconciliazione, tale auspicato abbraccio non sono ancora possibili. C’è bisogno di un intermediario, ossia di un paciere che, ponendosi nel mezzo, ottiene la fiducia di entrambi e può dare avvio a un processo di graduale riavvicinamento, per sostituire le strutture distruttive del peccato con quelle della pace».

Nel recente libro Il lupo di Gubbio. Origini, tradizione e ricezione di una storia francescana (Cisam, Spoleto 2022), Alberto Luongo e Antonio Montefusco mettono in evidenza che, nella narrazione agiografica il lupo rappresenta, piuttosto che una singola persona – come ad esempio un tiranno – un intero gruppo sociale.

Davanti a tale conflittualità, allora, a compiere un’opera di riconciliazione, con il “pacifico realismo” e “l’idealismo incarnato” che caratterizza l’approccio (tra l’altro, tremendamente efficace), del Poverello, sono chiamati i seguaci di san Francesco oggi, mentre il pericolo della guerra minaccia l’Europa.

(Fonte: fvsonline)