• 14 Maggio 2024 14:53

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì della III settimana del Tempo Ordinario

Letture: At 8,1-8; Sal 65; Gv 6,35-40

Riflessione biblica

“Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato”. “Questa è la volontà di Dio: la nostra santificazione” (1Tes 4,3). E la santificazione è opera di Dio mediante Gesù: “Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno” (1Tess 6,39). “Sia fatta la volontà di Dio” è espressione a noi molto familiare, spesso pronunciata con tono di rassegnazione. E ne sentiamo tutto il peso. Siamo sopraffatti da tante miserie, interiori ed esteriori; da tante sofferenze personali, familiari e sociali: malattie, pandemie, litigi familiari, ingiustizie sociali.gesu-7-300x276 Gesù, la vita eterna È duro dire: “Sia fatta la tua volontà!”. Per Gesù non è così: fare la volontà di Dio è realtà positiva: “Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera” (Gv 4,34). E l’opera di Gesù è la nostra salvezza: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.” (Gv 3,17). Anzi, “mediante la sua volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre” (Ebr 10,10). Per questo, il credente deve “tenere fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Ebr 12,2). Per compiere la volontà di Dio è essenziale guardare Gesù, da lui impariamo ad essere in consonanza con la volontà del Padre. Lo guardia-mo nella sua nascita, per seguirlo nella via della povertà e dell’umiltà: “Conoscete la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor 8,9). Nella sua vita terrena, per imparare da lui ad essere miti e umili di cuore: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita” (Mt 11,28-29). Sulla Croce, per dare perdono e ricevere il perdono, per amare senza limiti e interessi: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,13). Guardando Gesù crocifisso, saremo attratti da lui e santificati da lui: “Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32).

Lettura esistenziale

gesu-300x241 Gesù, la vita eternaIo sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14, 6). L’unica via che ci conduce al Padre è Cristo. Ma che cosa significa concretamente per noi percorrere questa via? Vuol dire seguire Cristo nel nostro agire quotidiano, chiedendoci in ogni circostanza come si sarebbe comportato Lui se fosse stato al nostro posto e agendo poi di conseguenza.

Il fine della vita cristiana è acquisire gli stessi sentimenti di Cristo, conformarci a Lui, pensare, amare e operare come Lui. Così facendo il cristiano diventa trasparenza di Cristo e anche senza parlare la sua vita è già una predica. Una delle espressioni usate per designare i primi cristiani è questa: “coloro che seguono la Via”. Dio però non ci obbliga a seguire la sua via, ma ce lo consiglia vivamente, come leggiamo nel libro del Deuteronomio: “Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza” (Dt 30, 15.19).

Ne va della nostra felicità, in questa vita e nell’altra. Il peggiore dei mali in cui possiamo incorrere, infatti, non è la mancanza di salute o altre prove che possiamo attraversare, ma separarci da Cristo nostra Vita. Anzi nelle prove che possiamo attraversare ricordiamoci che la via che Gesù ha percorso è quella della Croce, cioè del dono totale di Sé. Diamo perciò un senso a tutte le nostre sofferenze, facendone un’offerta d’amore e unendole alla Passione di Cristo per la salvezza delle anime.