• 3 Maggio 2024 16:47

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Santi Gioacchino e Anna

Letture: Ger 14,17-22; Sal 78; Mt 13,36-43

Riflessione biblica

“Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro” (Mt 13,36-43). È la conclusione della parabola della “zizzania in mezzo al grano”.gioacchino-e-anna-300x225 Grano e zizzania Una conclusione che si adatta bene alla memoria che celebriamo: i Santi Gioacchino e Anna sono vissuti nel mondo in mezzo a prove e sofferenze, ma anche a gioie ed entusiasmi: è la legge della vita. Come loro, importante è vivere nella fede in Dio: sempre orientati a lui, seguendo con amore Gesù portando con lui la sua croce, rendendoci docili all’azione dello Spirito sia nella nostra vita personale che in quella vissuta nella Chiesa. Mantenersi stabili nella speranza, ponendo la nostra fiducia in Dio: “Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia speranza. Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare. In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio. Confidiamo in lui in ogni tempo; davanti a lui apriamo il nostro cuore: nostro rifugio è Dio” (Sal 62,6-10). Vivere in sintonia con lo Spirito del Signore: “Lo spirito di quelli che temono il Signore vivrà, perché la loro speranza è posta in colui che li salva. Chi teme il Signore non ha paura di nulla e non si spaventa perché è lui la sua speranza” (Sir 34,14-16). Lasciamoci guidare dallo Spirito Santo, e opereremo nella carità, sempre pronti all’incontro con il Signore: “Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo” (Gal 6,7-9). Nello Spirito, come Gioacchino e Anna, saremo pronti ad accettare il progetto di Dio sia nella gioia che nella sofferenza, perché “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, chiamati secondo il suo disegno, poiché ci ha predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo” (Rom 8,28-29). 

Lettura esistenziale

gesu-8-300x171 Grano e zizzania “Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano” (Mt 13, 16). Il Signore dichiara beati i discepoli, per avere ricevuto una grazia che ai patriarchi, ai profeti e ai giusti dell’Antica alleanza non fu concessa: quella di vedere e udire il Salvatore. Questa beatitudine però non è rivolta soltanto ai discepoli di Gesù che hanno avuto la grazia di essere suoi contemporanei e di vederlo e ascoltarlo “in diretta”, ma è rivolta anche a noi che siamo stati raggiunti dall’annunzio del Vangelo e vi abbiamo aderito. È fondamentale imparare a riconoscere la Presenza di Gesù nei segni velati in cui Egli è solito venire a noi: la Parola, i Sacramenti, i fratelli, la storia.

Gesù non si impone a nessuno, ma si propone semplicemente. Beati noi se lo accogliamo. Nel Vangelo odierno Egli mette in evidenza che esiste anche la possibilità per l’uomo di essere duro d’orecchi e di chiudere gli occhi di fronte ai segni più semplici e trasparenti con i quali Dio si fa presente. È un rischio che possiamo correre e dal quale dobbiamo stare in guardia, vigilando e chiedendo nella preghiera la luce allo Spirito Santo perché sappiamo riconoscere la Presenza del Signore ed esclamare come il discepolo che Gesù amava: “È il Signore”