• 28 Aprile 2024 22:50

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Giuseppe Di Fatta

Un caro saluto di gioia e pace a tutti voi!

Oggi è la Domenica delle Palme e la liturgia ci farà ascoltare il lungo Vangelo della Passione del Signore secondo Luca. Io invece mi soffermerò sul Vangelo che si legge per la benedizione delle palme e che ci fa fare memoria dell’ingresso salvifico di Gesù a Gerusalemme.

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Mi ha sempre simpaticamente colpito questo fatto, che il Signore dice di aver bisogno di un asino… Se ci spogliamo di ogni impalcatura mentale, davanti a questa richiesta possiamo dire: Eccomi Signore, manda me! (Is 6,8)

gesu-palme-1-300x278 Grideranno le pietreGli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Il mantello… mi ricorda l’episodio della guarigione del cieco Bartimeo che se ne spoglia per andare più speditamente da Gesù. Dice la legge di Mosè: Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? (Es 22,25-26) Il mantello, soprattutto per i poveri, rappresenta l’unica sicurezza per coprirsi durante le notti gelide della Palestina. Offrire questo indumento come tappeto al passaggio del Signore Gesù significa innanzitutto rendergli omaggio e riconoscerlo Messia, ma anche spogliarsi delle umane sicurezze per affidare a Lui la propria vita.

Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!». La gioia messianica era stata intravista dai profeti: Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. (Sof 3,14-15) Ciò che i profeti avevano desiderato e annunziato in anticipo, adesso si realizza: la venuta del Figlio di Dio, Re di Israele e dell’universo, che inizia l’ultimo tratto del suo esodo pasquale, è per noi fonte di gioia e di salvezza. Quel canto che a Natale era risuonato nella grotta di Betlemme da parte degli angeli, adesso risuona nella bocca e nel cuore dei credenti che acclamano e invocano con forza la pace del cielo per tutti gli uomini e proclamano la gloria da rendere solo a Dio.

gesu-300x180 Grideranno le pietreAlcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre». Anche le pietre possono esercitare lo spirito profetico se i discepoli chiudono la bocca e non danno apertamente gloria a Dio. Davanti al dono così grande di Gesù che offre liberamente la sua vita per noi, la nostra bocca e il nostro cuore non possono restare chiusi, si aprono al rendimento di grazie, all’annuncio del Vangelo e alla testimonianza della fede. Ci ricorda Isaia: Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo, finché non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada. (Is 62,1) Con la celebrazione della domenica delle Palme, chiamata anche della Passione del Signore, inizia la settimana santa che culmina nel triduo Pasquale, vertice di tutto l’anno liturgico. Sarebbe ben poca cosa definire santa una settimana e ciascuno dei suoi giorni, se poi non accogliessimo il dono della santità e non ci impegnassimo a diventare santi anche noi. Mi sono accorto di aver fatto poco in questa Quaresima… mi confidava un fratello. Bene, se il tuo rammarico è sincero, non preoccuparti: quello che non hai fatto in 5 settimane, lo puoi recuperare intensamente in questi ultimi giorni! Il cammino di fede non si esprime solo per la lunghezza del tempo, ma anche per l’altezza dei desideri, la larghezza della carità e la profondità delle intenzioni. Colui che noi chiamiamo il buon ladrone, in realtà non era tanto buono, perché ha trascorso tutti i giorni della sua vita a delinquere. Il suo cammino di fede è durato appena pochi minuti, prima di morire. Eppure incredibilmente sufficienti per diventare santo, entrare direttamente in paradiso e ricevere il privilegio di essere l’unico uomo canonizzato non da un papa, ma da Gesù Cristo in persona! Facciamo nostra la sua breve ma sincera invocazione: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno”.

Una buona e serena domenica a tutti voi e una santa settimana santa!