• 4 Ottobre 2024 13:14

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Giovedì della XXIV settimana del Tempo Ordinario

Letture: 1Cor 15,1-11; Sal 117; Lc 7,36-50

Riflessione biblica

“Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato” (Lc 7,36-50). Due atteggiamenti Gesù propone alla nostra riflessione personale: quello del fariseo e quello della peccatrice. Il fariseo giudica e non usa misericordia: ama poco e nel suo scarso amore giudica gli altri. Giudica Gesù: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!” (Lc 7,36-50). Il pregiudizio farisaico scattò automatico nella sua mente: un profeta riconosce e distingue subito i peccatori dai giusti; e non avrebbe mai permesso ad una donna peccatrice di toccarlo. Ma Gesù non è venuto per condannare i peccatori e le peccatrici, ma per usare loro misericordia: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano” (Lc 5,31-32). Giudica poi la donna: è bastato uno sguardo al fariseo e la classifica come “peccatrice” e i suoi gesti di onore come “impuri” e che rendono impuri. Dal suo cuore impuro escono giudizi impuri: “Ciò che esce dall’uomo è ciò che rende impuro l’uomo” (Mc 7,20). Gesù, invece, l’accoglie con misericordia: “I tuoi peccati sono perdonati” (Lc 7,48) e accetta i suoi gesti di amore: “sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato” (Lc 7,47). Impariamo da questa donna ad avere una fede che riconosce Gesù, lo onora con il profumo del pentimento. Non è importante se sono pochi o molti i nostri peccati, importante è saper ricevere Gesù nell’intimità del nostro cuore. Il pentimento ce lo fa riconoscere come maestro di verità e di sapienza che illumina il nostro cammino; l’umiltà ci introduce nell’intima comunione con lui; l’amore ci fa gustare la sua presenza e ci trasforma in profumo di soave odore per Dio e per i fratelli: “Camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore” (Ef 5,1).

Lettura esistenziale

“Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco” (Lc 7, 47). Ad una lettura superficiale di questa frase pronunciata da Gesù, sembra quasi di ravvisare una incitazione a peccare molto, in modo che ci venga perdonato molto, per poi amare molto Colui che ci ha perdonato. Invece essa contiene piuttosto un invito a prendere coscienza che ognuno di noi, me compresa, te compreso, ha bisogno di una grande misericordia da parte del Signore. Questa consapevolezza dovrebbe colmare il nostro cuore di gratitudine e di amore. Il Signore offre a tutti la possibilità della conversione, fino all’ultimo istante della vita. Per quanto un uomo abbia potuto peccare, egli non coincide con il suo peccato, ma con le sue possibilità di bene, con ciò che può diventare, con la grazia di Dio. Non coincide con il male che ha commesso, ma piuttosto con il bene che può ancora compiere. Gesù vede la nostra vita in prospettiva non in retrospettiva, cioè “d’ora in avanti”, come una vita che va di inizio in inizio. Di primavera in primavera. “L’argomento del giudizio universale, non sarà il male ma il bene. Dio non ci chiederà conto di quanto male abbiamo commesso, ma di quanto bene abbiamo compiuto” (Ermes Ronchi). Dio è misericordia, speranza, fiducia illimitata, futuro, Spirito che tocca il cuore e lo guarisce, che porta luce e gioia, amore che fa ricominciare. Così ci ama Dio, in modo eccessivo, esagerato. Se l’amore non è eccessivo non è amore. Amiamo alla Sua maniera?