• 23 Maggio 2025 23:33

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Venerdì Santo, Cena del Signore, Passione del Signore

Letture: Is 52,13- 53,12   Sal 30   Eb 4,14-16; 5,7-9   Gv 18,1- 19,42

Riflessione biblica

Io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità” (Gv 18,1-19,42). È il centro del racconto della Passione di Gesù secondo Giovanni. Il culmine teologico: Gesù crocifisso è il nostro Re e la Croce il trono del suo amore misericordioso. gesu2-1-225x300 Ho seteLa sua regalità non è di questo mondo, ma si manifesta per la salvezza del mondo: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui” (Gv 3,17). Proprio perché Re, Gesù proclama per tre volte la sua “Maestà divina”: “Chi cercate? Gli risposero: Gesù, il Nazareno. Disse loro Gesù: Sono io! Appena disse Sono io, indietreggiarono e caddero a terra” (Gv 18,4-8). Conscio della sua Maestà divina, egli si consegnò ai soldati solo per portare a compimento il progetto di salvezza del Padre: “Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi nel tempo stabilito” (Rom 5,6.8). Il suo amore non delude: egli è il Re, il Dio con noi, pieno di grazia e di verità, per illuminare ogni uomo e liberarlo dalle sue tenebre (Gv 1,1-14). Egli è venuto nel mondo, “per rendere testimonianza alla verità” (Gv 18,37). Non il freddo razionalismo dei filosofi, ma la verità che illumina la mente per conoscere l’infinita misericordia di Dio verso gli uomini; non l’apatico individualismo degli egocentrici, ma la verità che riscalda il cuore e nell’amore trasforma il mondo. Solo l’amore salva il mondo. “Tutto è compiuto” (Gv 19,30): ci ha amato in pienezza: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Egli è stato innalzato per noi e ci attira a sé: “Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). Volgiamo lo sguardo verso Gesù, trafitto d’amore per noi (Gv 19,37): “Teniamo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio” (Ebr 12,2).

Lettura esistenziale

gesu-crocifisso-1-211x300 Ho sete

“Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete»” (Gv 19,28). Il tema della sete attraversa tutto il Vangelo di Giovanni, in esso leggiamo che Gesù andò incontro a quanti avevano sete dicendo: «Chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno» (Gv 4,13); e: «Se qualcuno ha sete, venga a me!» (Gv 7,37). Ma in questo momento della Passione è Gesù stesso che afferma «Ho sete», e la sua dichiarazione noi la leggiamo al tempo presente, come a sottolineare che la sete di Gesù è attuale e infinita. Colui che aveva rivolto il suo invito a coloro che hanno sete è ora, egli stesso, divorato dalla sete. Di cosa ha sete, Gesù? Sicuramente la sete di Gesù ha una base fisica, a motivo del sangue versato nella flagellazione e nella crocifissione, ma la sete di Gesù ha anche un altro significato più profondo. Egli si è fatto assetato per dissetarci, così come si è fatto povero per arricchirci (cfr 2Cor 8,9). Dio ha sete della nostra fede e del nostro amore. Come un padre buono e misericordioso desidera per noi tutto il bene possibile e questo bene è Lui stesso. La sete è un bisogno che accomuna tutti gli uomini. Ogni persona ha una sete ancor più profonda di quella dell’acqua, ed è la sete di amore, di felicità e di senso. Spesso si cerca di dissetare questa sete attingendo a “pozzi” sbagliati, prosciugati, vuoti, che non la contengono, con il risultato che la sete aumenta ancora di più. Anche nelle scelte sbagliate che possiamo compiere, talvolta si nasconde il desiderio di colmare questa sete. Ma, dice S. Agostino: “Il nostro cuore è inquieto se non riposa in Dio”. La nostra sete rimane inappagata se cerchiamo di estinguerla altrove, perché nessuna cosa e nessuna persona può colmarla se non Dio.