Commento a cura di Suor Cristiana Scandura
Santa Teresa d’Avila
Letture: Rm 3,21-30 Sal 129 Lc 11,47-54
“Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri” (Lc 11,47s). “A partire dalla flagellazione, fino alla trafittura del costato dopo la morte di croce, Cristo ha versato tutto il suo sangue, quale vero Agnello immolato per la redenzione universale. Sta scritto nella Genesi che il sangue di Abele, ucciso dal fratello Caino, grida a Dio dalla terra (cf Gn 4,10). E purtroppo, oggi come ieri, questo grido non cessa, perché continua a scorrere sangue umano a causa della violenza, dell’ingiustizia e dell’odio.
Quando impareranno gli uomini che la vita è sacra e appartiene a Dio solo? Quando comprenderanno che siamo tutti fratelli? Al grido per il sangue versato, che si eleva da tante parti della terra, Dio risponde con il sangue del suo Figlio, che ha donato la vita per noi. Cristo non ha risposto al male con il male, ma con il bene, con il suo amore infinito. Il sangue di Cristo è il pegno dell’amore fedele di Dio per l’umanità. Fissando le piaghe del Crocifisso, ogni uomo, anche in condizioni di estrema miseria morale, può dire: Dio non mi ha abbandonato, mi ama, ha dato la vita per me; e così ritrovare speranza” (Benedetto XVI).
“C’è una violenza accovacciata alla porta di ciascuno di noi, ma noi possiamo dominarla. Non facciamola entrare, non apriamo al sottile varco dell’odio. Al contrario, adottiamo un linguaggio mite, pacificante, dialogante” (Ermes Ronchi).
