di FraPè – Ieri pomeriggio presso il Santuario Nostra Signora di Lourdes, nel piazzale adiacente alla chiesa dove è riprodotta fedelmente la grotta della Beata Vergine Maria apparsa a Santa Bernadette, si è celebrato il funerale di Rosario Foti, scomparso domenica scorsa a causa di un malore improvviso.
Rosario era un ragazzo di 45 anni che amava la vita, una vita vissuta e donata nella gioia. Di professione appuntato scelto della grande e meravigliosa famiglia dell’Arma dei Carabinieri. Fervente cattolico, membro dell’Unitalsi, amico di tutti, in maniera particolare de fratelli e sorelle sofferenti e diversamente abili. Rosario era un uomo che aveva chiaro il concetto di umanità. Perché se non si ha una certa maturità umana non si è ne veri cattolici e ne tantomeno altro. Rosario amava i fragili, i vulnerabili amava ogni essere umano, per questo motivo ha scelto di far parte dell’Unitalsi e recarsi a Lourdes, oltre che rendersi disponibile per ogni tipo di servizio che lo metteva in relazioni con i meno fortunati.
La vita di quest’uomo di Dio, (perché di Dio ne sentiva l’appartenenza) ha raggiunto la vita di tantissime persone. Il suo sguardo di fede orientato verso il Signore e la Virgo Fidelis tanto amata dai Carabinieri, lo ha portato a vivere la sua esperienza terrena in maniera autentica, orante ed essenziale. Questo gli ha permesso di farsi prossimo, anzi di farsi pane come Colui che in penombra adorava durante le notti in un angolo di chiesa.
Nella suo profilo Fb il 21 marzo del 2025 scriveva: “Nell inquietudine della mondanità bisognerebbe aprire la porta di una chiesa ed entrare e focalizzarsi sul tabernacolo che è fonte di pace, gioia e amore…molti non ci pensano, pochi lo fanno e tanti sono in cerca di felicità lontano dal tabernacolo…”.
Fra Benedetto Amodeo rettore del Santuario della Madonna di Lourdes che non con poche difficoltà a causa della commozione ha presieduto l’Eucarestia nell’omelia ha preso spunto dai post dei Rosario per delineare un profilo che sembra e sicuramente lo è, del santo della porta accanto. “Rosario voleva coronare il suo cammino riconoscendo in lui una chiamata speciale che Gesù aveva messo nel cuore, nel silenzio della preghiera, fervida e nascosta, che faceva nella penombra della nostra Chiesa: essere un laico francescano. Con gioia aveva chiesto di iniziare il cammino come francescano secolare, come la sorella Rossana qualche anno prima: un uomo così amante della vita, che sapeva trasmettere la gioia attraverso il suo sorriso contagioso, che illuminava tutto il suo volto e i suoi occhi, che restituiva al Signore tutti i doni ricevuti mettendosi a servizio di tutti, non poteva non avere un cuore francescano”. Così afferma Fra Benedetto.
Tantissimi i presenti: amici, Francescani secolari, il Coro di Santa Maria degli Angeli di cui faceva parte, volontari di diverse associazioni, Unitalsi e l’Arma dei Carabinieri. Presenti il Colonnello Alessandro Parisi e il Colonnello Lucio Arcidiacono e tantissimi colleghi che non hanno potuto trattenere le lacrime.
A concelebrare diversi Frati e diversi Sacerdoti Diocesani.
Diversi gli amici che prima della Benedizione hanno voluto salutare Rosario leggendo un pensiero, tra questi la sorella Rossana attorniata dai nipotini.
Fra Benedetto facendosi portavoce di tutti i presenti così si è espresso: “A noi, che rimaniamo qui, in particolare per mamma Graziella, la sorella Rossana, il fratello Nino, la cognata, i nipoti e i parenti tutti, gli amici, la grande famiglia dell’arma dei carabinieri, i fratelli e le sorelle dell’Unitalsi, la comunità del Santuario di Lourdes, la Fraternità dell’Ordine Francescano secolare, noi Frati Minori e quanti hanno incrociato il suo cammino; a noi rimane l’eredità vera, quella dell’amore ricevuto da Rosario e che dobbiamo continuare a fare crescere e germogliare perché porti frutto in noi. Il sorriso, che ha sempre caratterizzato il volto di ogni componente della famiglia Foti, oggi solcato dalle lacrime del dolore per il distacco, torni presto a donare quella pace e quell’amore che vengono solo dal Signore.
Il Dio della pace della misericordia doni consolazione e pace ad ognuno di noi e dal cuore di ognuno scaturisca la lode al Signore per il dono di Rosario:
Laudato sii mi Signore per Rosario, nostro fratello e amico perché di Te Altissimo e del tuo Amore è stato strumento per ognuno di noi.”
Di seguito alcuni passaggi dell’omelia di Fra Benedetto:
Ascoltando la Parola di Dio appena proclamata non possiamo non notare che la vita di Rosario ne è stata un’eco che ha raggiunto la vita di tanta gente che ha avuto la gioia di conoscerlo e incontrarlo. Mi servirò di alcuni post che lui stesso ha scritto perché più palesemente ci giunga la sua esperienza di vita ma ancor più la sua fede, vera, autentica, senza fronzoli, ma diretta, essenziale, orante e a servizio.
- Al tramonto della vita saremo giudicati sull’amore (san Giovanni della Croce): così scriveva in un post Rosario, il 12 agosto, esattamente due mesi prima del suo ritorno alla Casa del Padre. Aveva capito tutto: l’amore è ciò che muove tutto, ma non un amore egoistico e tornacontista, ma il vero amore, quello che dà senza la pretesa di ricevere in cambio. Quell’amore vero in cui è racchiuso il segreto della vera felicità: sono felice perché amo; e così è stato per lui: ha amato la vita, il creato, la famiglia, il lavoro, la comunità, i fratelli e le sorelle sofferenti che il Signore ha messo sulla sua strada, gli amici, anche i nemici (se mai ne abbia avuto), e le moto di cui era appassionato.
- La condivisione è balsamo per l’anima: ecco un altro segreto per la felicità, preso sempre dai post che Rosario lasciava su facebook, e che oggi ci consegna; mai stare da soli, perché siamo già morti anche se viviamo, ma vivere nella condivisione, nella comunione, ci fa sentire realmente vivi: così si cresce e ci si sperimenta fragili e forti allo stesso tempo. Fragili, per saper chiedere aiuto, forti per saper donare aiuto. Così era lui: fragile e forte allo stesso tempo; introverso e familiare con tutti allo stesso tempo; pronto per tutti, per chiunque chiedesse il suo aiuto ma riservato e rispettoso, sapeva sempre stare al suo posto senza invadenza né pretesa.
Così scriveva infatti, di ritorno dai suoi pellegrinaggi a Lourdes con l’Unitalsi:
- Lavoro di squadra, di gioia, di fraternità, di condivisione…il bello di Lourdes è questo…la Madonna crea legami indistruttibili, fili invisibili di amore fraterno.
- Non c’è stato un solo momento che mi sia annoiato, infastidito o stancato, anzi mi sono arricchito: ecco un’altra caratteristica di quando si fanno le cose solo per amore. Si può essere stanchi fisicamente, ma quando il cuore è desto e in allerta, non ci si stanca mai e si è pronti a fare qualsiasi cosa e qualsiasi sacrificio per la persona che si ama; chiunque essa sia.
Un uomo amante della vita, un grande ricercatore di Dio, ovunque: in ogni volto, in ogni storia, in ogni sofferenza, in ogni luogo, sapeva riconoscere la presenza di Dio per servirla, per ammirarla, per stupirsene:
- Che meraviglia vederli tutti riuniti da ogni parte del mondo per condividere la chiamata di Gesù (alla santità)…giovani siate sempre alla ricerca di Gesù che vi spianerà la strada verso la felicità, nulla vi toglierà ma vi arricchirà di un Amore incondizionato (facendovi formare famiglie indistruttibili poggiate sulla roccia della fede): Giubileo dei giovani 2025.
Solo chi ha scoperto l’Amore vero, che si è manifestato a noi attraverso Gesù e anche attraverso il dono di una Madre, Maria, che ha sempre amato di un amore filiale fiducioso e grato, può avere a cuore tutto il mondo, e pregare per l’umanità e per la pace così:
- Se solo ci soffermassimo a guardare senza distrazione un’immagine di Maria quanta dolcezza traspare da codesta raffigurazione…oh potenti della terra volgete lo sguardo a Maria, solo così vi sarà pace nel mondo intero: memoria di Maria Regina, 22 agosto.
Rosario voleva coronare il suo cammino riconoscendo in lui una chiamata speciale che Gesù aveva messo nel cuore, nel silenzio della preghiera, fervida e nascosta, che faceva nella penombra della nostra Chiesa: essere un laico francescano. Con gioia aveva chiesto di iniziare il cammino come francescano secolare, come la sorella Rossana qualche anno prima: un uomo così amante della vita, che sapeva trasmettere la gioia attraverso il suo sorriso contagioso, che illuminava tutto il suo volto e i suoi occhi, che restituiva al Signore tutti i doni ricevuti mettendosi a servizio di tutti, non poteva non avere un cuore francescano.
Maria, la Vergine di Lourdes, che ha tanto amato in vita, lo sta già abbracciando col suo amore di Madre; e Francesco gli sta donando il Tau simbolo di salvezza e insieme lo stanno portando al cospetto di quell’Amore che in terra ha servito e che ora godrà per l’eternità nella gloria e nella felicità eterna.
