• 23 Giugno 2025 23:45

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Il vescovo della “Pop Theology” Mons. Staglianò conquista i giovani messinesi

di Rachele Gerace – Amore universale, valore della persona, libero arbitrio: nel vocabolario dei giovani c’è posto per ridefinire concetti fondamentali costruendo così un linguaggio che sia accessibile e inclusivo, ma soprattutto che tenga conto del pensiero critico, prerogativa esclusiva dell’essere umano.

In una società “veloce”, fatta di algoritmi, tornare a comunicare condividendo punti di vista differenti diventa fondamentale per i giovani protagonisti dell’oggi e non importa quale canale comunicativo si scelga purché sia universale, come la musica: è quanto afferma il vescovo Antonio Staglianò, presidente della Pontificia accademia di Teologia e ideatore della “Pop Theology”.

Ad accoglierlo in un Palacultura gremito, studentesse e studenti dell’università e delle scuole superiori della città e della provincia in occasione dell’evento conclusivo del service “Volevano cucire le mie ferite con dei punti di vista” promosso dai Lions Club del Distretto 108 YB. Il progetto itinerante coordinato dall’avvocato Francesco Russo, delegato distrettuale e socio del Lions Club Messina Ionio, nel corso dell’anno ha dato la possibilità ai giovani messinesi di confrontarsi con esperti su temi di grande attualità in maniera critica e propositiva, con la consapevolezza che «tutti abbiamo bisogno di camminare l’uno a fianco dell’altro, incrociando e facendo tesoro delle storie personali ascoltate lungo il cammino», ha detto Russo.

Per parlare ai giovani mons. Staglianò, un outsider della “comunicazione 4.0”, utilizza la musica leggera attraverso i testi delle canzoni più famose e più cantate dalla Generazione Zeta: “Esseri umani” di Mengoni, “La cura” di Battiato, “Vuoto a perdere” di Noemi, “Balorda nostalgia” di Olly che ha trionfato nell’ultimo Festival di Sanremo, sono alcune delle tracce “guida” per riflettere su sapere, differenza fra individuo e persona, libertà, giustizia. Secondo lui, «molti giovani oggi disertano le chiese perché si annoiano, non ascoltano più nulla, neppure la Parola di Dio. Allora occorre risvegliarli, andare oltre l’ecclesiale per usare il linguaggio più universale, quello delle cosiddette canzonette che, a rileggerle bene, non sono poi da considerare in maniera così indulgente ma hanno testi che possono e sanno veicolare verità profonde che, talvolta, non sappiamo più come comunicare». A rafforzare il messaggio di Staglianò, oltre alle varie autorità lionistiche, anche il vescovo ausiliare Cesare Di Pietro, il primo cittadino Federico Basile, il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Leon Zingales e il direttore del Dipartimento Unime di Giurisprudenza Alessio Lo Giudice. A esibirsi, durante l’evento, la banda della Brigata Aosta, diretta dal luogotenente Fedele De Caro.
(fonte Gazzetta del Sud)