di don Giuseppe Di Stefano – Così diceva nonna mia per sottolineare la santità e la rettitudine di vita di una persona: “Quello va in Paradiso con tutte le scarpe”. Appena vicino alla bara ancora aperta di papa Francesco, ciò che salta all’occhio immediatamente, sono le sue scarpe nere, puntate come degli indicatori verso l’alto, direzione Paradiso.
Quelle scarpe consumate dell’urgenza di accorciare le distanze ed annunciare il Vangelo a tutti e sempre, facendosi compagni di strada di ogni uomo, sono, per me, l’eredità scomoda di Francesco, la sintesi della sua stessa vita donata. Quelle scarpe nere, mai sostituite da quelle tradizionali rosse, raccontano tutta la fatica e la bellezza del primo passo, il coraggio dell’andare incontro all’altro così come si è, deponendo i “segni del potere” a beneficio del “potere dei segni”. Quelle scarpe che hanno percorso tutte strade, non conoscono cosa sia una scorciatoia o una corsia preferenziale.
Quelle scarpe si sono attardate con gli ultimi, con chi è rimasto indietro: piccoli, poveri, emarginati, carcerati, migranti. Quelle scarpe sono state calzate dai piedi belli del messaggero di lieti annunci, un pastore con l’odore del gregge, un pellegrino di speranza, un uomo fatto Vangelo che continua a scandalizzarci con la sua semplicità disarmante che inquieta e conquista perché è propria dei santi. Buona strada, Francesco.
Arrivederci in Cielo, Santità!