• 9 Maggio 2024 3:34

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Santi Paolo Miki e compagni, martiri

Letture: 1Re 8,22-23.27-30; Sal 83;Mc 7,1-13

Riflessione biblica

“Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini” (Mc 7,1-13). È una tentazione ricorrente quella di attaccarci alle “tradizioni” e mettere da parte i comandamenti di Dio: “Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato” (1Gv 3,23). Pertanto, è necessario “non prestare fede ad ogni spirito, ma mettere alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio” (1Gv 4,1). Gesù non condanna “la tradizione”, ma la tradizione che non si ispira alla “parola di Dio”, ma va apertamente contro di essa. Annulla il comandamento dell’amore e rende schiavi “dei precetti degli uomini”: Gesù “ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per riconciliarci con Dio e presentarci al Padre in un solo Spirito” (Ef 2,15-18). Non giova a nulla moltiplicare i precetti, le devozioni e le pie pratiche: ciò che conta è convertire il cuore, per dare gloria a Dio: “Per la libertà Cristo ci ha liberati! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo qualsiasi giogo di qualsiasi schiavitù” (Gal 5,1). Di più: “Fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo” (Col 2,8). Non manipoliamo il messaggio d’amore di Gesù per farlo travisare dalle nostre abitudini umane: “si è fatto sempre così” o da avventuristiche interpretazioni di comodo. Rimaniamo in Gesù e seguiamo il suo comandamento: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). Dove c’è amore, non c’è bisogno di leggi, precetti, tradizioni da osservare: “Ama e fai ciò che vuoi; se ami, non farai male a nessuno” (S. Agostino).

Lettura esistenziale

“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me” (Mc 7, 6). Quando la religione smarrisce il suo senso autentico e si riduce a pratica di usanze secondarie, che soddisfano piuttosto il bisogno umano di sentirsi a posto con Dio, essa si svuota della sua essenzialità. Gesù è libero di fronte alle regole, non le abolisce ma vi entra nel profondo, nello spirito autentico, senza cadere nel legalismo. Cristo ha compendiato tutte la Legge in un solo comandamento: l’amore di Dio e del prossimo. L’apostolo Paolo afferma con una frase breve, stupenda, lapidaria, chiarificatrice: “Tutta la Legge, infatti, trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Gal 5, 14). Questa frase ci dice ciò che deve stare alla base del comportamento cristiano, ciò che deve ispirarlo sempre: l’amore. L’apostolo vede nell’attuazione di questo comandamento il pieno adempimento della Legge. Essa, infatti, dice di non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare… e si sa che chi ama non fa tutto questo: chi ama non uccide, non ruba, ecc. Chi ama però non evita soltanto il male, ma si apre agli altri, vuole il bene e lo compie, si dona, arrivando ad offrire anche la propria vita per la persona amata. Per questo, Paolo scrive che nell’amore del prossimo non solo si osserva la legge, ma si ha «la pienezza» della legge. L’amore verso il prossimo è espressione dell’amore verso Dio. Amare Dio, infatti, significa fare la sua volontà e la sua volontà è che amiamo il prossimo. Solo così potremo onorare Dio non solo con le labbra ma anche con il cuore e con tutto il nostro essere.