Sono passati diversi mesi da quando la fraternità delle Sorelle Minori di San Francesco che ormai da diversi anni vivono in Inghilterra, ha organizzato una missione popolare in una parrocchia di Birmingham, Our Lady of the Assumption.
Questa parrocchia, costruita negli anni 70, era stata un vivace luogo di culto per numerose famiglie irlandesi, unite dalla stessa fede cattolica e dallo stesso sogno, ossia cercare una condizione di vita migliore migrando nella vicina Inghilterra. Il fervore e la devozione di questi fratelli e sorelle aveva reso possibile costruire, dalla loro povertà, una chiesa di notevoli dimensioni… in un luogo benedetto! Si dice infatti che il quartiere dove sorge la chiesa, Maryvale (“la valle di Maria”), è l’unico pezzo di terra della città che si sia mantenuto cattolico in maniera ininterrotta, anche segretamente durante le persecuzioni. San John Henry Newman ha vissuto proprio lì vicino, ed ha fondato una scuola di scienze religiose aperta ai laici.
E adesso? “Abbiamo perso due generazioni di parrocchiani” – qualcuno fa notare durante il consiglio parrocchiale. Come? Non si sa. Non solo, la struttura dell’edificio è fatiscente, il tetto e il solaio sono pieni di acqua e sempre più parti della chiesa diventano inutilizzabili. Il consiglio parrocchiale è determinato a trovare, a ragione, una soluzione per l’edificio in rovina. Ma cosa fare dell’edificio spirituale? Come figlie del Santo Padre Francesco, se c’è qualcosa che va in rovina il nostro primo pensiero è ripararla! …“Và, ripara la mia casa”…
…“Che ne dite di fare una missione?” – chiedono le Sorelle Francescane – Eravamo coscienti di proporre qualcosa per loro sconosciuta, irrealizzabile, persino fuori luogo… e invece, nonostante perplessità ed esitazioni, la proposta viene approvata all’unanimità!” “In questo noi sorelle abbiamo visto l’azione di Dio, così come in tutto quello che ne è seguito. La missione si è realizzata veramente ed ha portato i suoi frutti: adesso la comunità parrocchiale è un po’ più numerosa e vivace. Ma uno dei frutti più grandi, a mio avviso, è stato il lavoro di preparazione e la collaborazione con i laici, in una realtà ecclesiale in cui i laici non si lasciano facilmente coinvolgere nell’evangelizzazione. Il pre-missione è durato un anno intero!- continuano ad affermare le suore – Abbiamo creato un team missionario formato dal nostro parroco, diaconi e membri laici delle due parrocchie. Sapevamo infatti di non poter fare tutto da sole, sia per la lingua che per le differenze culturali, e il nostro limite è stato occasione preziosa per fare “chiesa”!
Il team si è incontrato ogni mese, iniziando dall’abc (che cos’è una missione?), per poi pregare, pianificare e progettare insieme. Le francescane hanno anche coinvolto un frate cappuccino fra Loarne Ferguson, e due comunità laiche che si occupano di evangelizzazione (House of the Open Door, ecumenica; Sion Community).
Il risultato è stato sorprendente: la missione si è svolta in un arco di tempo di due settimane, in cui si è organizzato un complesso sistema per le visite su richiesta (con codice QR e numero di telefono per le prenotazioni), visite porta a porta (soprattutto associate al volantinaggio), visita al circolo anziani; lodi, vespri, adorazione e messa quotidiane; un incontro sociale (sulla Laudato Sii), serata testimonianze, incontro di preghiera carismatica, cinque catechesi kerigmatiche serali nella seconda settimana, visite a due scuole cattoliche (primaria e secondaria) della durata di una settimana ciascuna, incontro giovani, per concludere con un bel Mission Party! Per le messe festive le Sorelle hanno seguito un modello chiamato “Come and see” (vieni e vedi) adatto a chi non è mai stato in chiesa: nelle settimane precedenti i parrocchiani sono stati invitati a portare amici e conoscenti, e durante le messe si è utilizzato un commentario che ne andava spiegando le varie parti. Un box per i contatti ha fatto sì che non si perdesse traccia dei nuovi arrivati.
“Siamo grate al Signore per ciò che ci ha fatto vivere lungo tutto l’anno “missionario” e di come abbia parlato al cuore nostro e di tanti altri, come solo Lui sa fare: Heart speaks to heart, appunto! Il motto episcopale di San John Henry Newman (Cor ad cor loquitur), è stato il motto della nostra missione popolare… una mission impossible per gli uomini ma possibile per Dio!”