• 14 Maggio 2024 8:33

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Giuseppe di Fatta

VIII domenica del Tempo ordinario

I Lettura Sir 27,5-8; Salmo (Sal 91); II Lettura 1Cor 15,54-58; Vangelo Lc 6,39-45

Un caro saluto di gioia e pace a tutti voi!

Il Vangelo secondo Luca in questa ottava domenica del tempo ordinario ci presenta una serie di sentenze sapienziali di Gesù. Ascoltiamone una parte.

guida-cieca-300x225 La pagliuzza e la traveIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Domande apparentemente lasciate in sospeso, a cui ognuno sa rispondere. Gesù invita a guardarci dal presumere di diventare maestri degli altri. È vero, ci sono ministeri e servizi nella chiesa, mestieri nella società in cui chi li svolge è chiamato a dare valutazioni e ad esprimere giudizi di merito. Pensate per esempio i genitori, gli insegnanti, i giudici, i catechisti, i sacerdoti, gli educatori. Chi svolge queste mansioni per professione o per vocazione lo deve fare, a volte suo malgrado, perché rientra nel suo compito. Il guaio è quando questo servizio lo cerchiamo e ce ne appropriamo, autocandidandoci maestri degli altri.

gesu-15-300x138 La pagliuzza e la traveUn discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Questo insegnamento ci invita a non metterci al primo posto, di non andare avanti agli altri, scavalcandoli o addirittura schiacciandoli. Soprattutto di non metterci davanti a Lui, il Maestro! Quando una volta gli è capitato di farlo a Pietro per un eccesso di zelo, si è beccato il più pesante rimprovero del Vangelo: mettiti dietro a me, Satana! Se sono convinto di saperne più degli altri e credo di essere il migliore, sto andando completamente fuori strada! Eppure questi pensieri, prima o poi, possono attraversarci. Riflettiamoci bene, dietro al meccanismo della mormorazione, di cui nessuno è esente, ci sta questo pensiero anche implicito: io non lo faccio, io non sono così, dunque sono migliore! È interessante che il Signore ci invita ad essere discepoli ben preparati. Il tema della formazione è oggi la grande sfida del cammino di fede. Non si tratta di imparare cose nuove o di aumentare il bagaglio della propria cultura religiosa, ma di metterci in un permanente cammino di conversione che coinvolge tutta la vita e ogni aspetto della vita. Una formazione che nutre la testa, plasma il cuore, semplifica i pensieri, purifica i sentimenti, orienta le azioni, motiva le scelte, misura le parole.

maschera-300x132 La pagliuzza e la travePerché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Quando noi notiamo e facciamo notare i difetti dell’altro, fossero anche peccati gravi, Gesù ci dice che sono sempre pagliuzze. Invece il nostro giudizio inflessibile e presuntuoso diventa per noi trave. La pagliuzza nell’occhio dà fastidio, ma la trave acceca! Ogni qualvolta noi ci poniamo sul piedistallo del giudizio riguardo al comportamento di un fratello, di una sorella, pensando di conoscerne addirittura le intenzioni che lo spingono ad agire così, ci mettiamo immediatamente dalla parte del torto. La sentenza di Gesù è lapidaria: ipocrita, cioè persona falsa, che finge, che si mette la maschera, che fa credere di essere quello che non è, che forse è peggiore della persona che critica.

Togli la trave dal tuo occhio, dice il Signore. In termini moderni oggi diremmo: lavora su te stesso! È inutile cercare di cambiare gli altri, non ci riuscirai mai. Puoi riuscire a malapena a cambiare qualcosa di te e davanti a un’azione negativa dell’altro, puoi provare soltanto a modificare la tua reazione. L’esperienza ci dice che quando provi a cambiare il comportamento sbagliato di qualcuno, l’altro si irrigidisce e probabilmente peggiora, forse per difendersi o anche per farti un dispetto. Quando invece l’altro non si sente contestato e aggredito e percepisce di essere accettato e amato così come è, anche senza essere condiviso, forse, pian piano, un pochino per volta, può cambiare… Voglio concludere con una narrazione per sorridere, riflettere e augurarvi una santa e serena domenica.

LA PAGLIUZZA E LA TRAVE

pagliuzza-300x225 La pagliuzza e la traveTi voglio raccontare la storia di due sorelle bellissime, gemelle, di quelle che si somigliano tantissimo, si dice mi pare gemelli monozigoti. Da bambine avevano la stessa corporatura ma, crescendo, una era rimasta molto magra, l’altra era diventata molto grassa. Vivevano una di fronte all’altra e il loro habitat naturale era l’occhio. Queste due sorelle si chiamavano Trave e Pagliuzza. Vivendo nell’occhio erano abituate a guardare ma Pagliuzza era determinata a guardare se stessa e a correggere i suoi difetti, mentre Trave si lasciava andare a guardare i difetti degli altri e per questo ingrassava.

Il guaio era che Trave pensava ai difetti di sua sorella e, con la scusa del suo bene, cercava di toglierla dall’occhio. Pagliuzza invece si accorgeva che sua sorella aveva preso qualche chilo di troppo, ma la guardava con benevolenza e la correggeva con dolcezza.
Venne però il giorno della Verità e rivelò a tutti gli uomini che chi si nutre di giudizio inflessibile, ingrassa enormemente e porta la trave sulle spalle; chi invece si nutre di misericordia sarà come Pagliuzza e porterà un dolce giogo e un peso leggero.

A laude di Cristo. Amen