• 29 Aprile 2024 1:23

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello  Buscemi e di Suor Cristiana Scandura

Santi Marta, Maria e Lazzaro

Letture: 1Gv 4,7-16; Sal 33; Gv 11,19-27

Riflessione biblica

“Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro” (Gv 11,19-27). Sempre attiva Marta! Lo fu la prima volta, quando incontrò il Signore e gli diede ospitalità (Lc 10,38-42). Lo fu anche quando Gesù venne per risuscitare Lazzaro: “Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo” (Gv 11,11) e consolidare la fede dei suoi discepoli: “Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate” (Gv 11,14-15). SANTO-LAZARO-RESURREZIONE-300x235 La parte miglioreDonna di fede, credette profondamente nel potere taumaturgico di Gesù o profetico per ridare la vita terrena al fratello: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà”. La sua fede non è completa, ha bisogno di maturare e credere che “come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole” (Gv 5,21). Marta ha bisogno di passare ad una fede più matura: non quella generica della credenza giudaico-farisaica: “So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno” (Gv 11,24), ma quella dell’adesione a Colui che dona la vita che dura: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” (Gv 11,25-26). E Marta, attiva nella vita materiale, fu pronta e attiva nella sua vita spirituale: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo” (Gv 11,27). Attraverso questa fede, Marta comprese che “la vita fisica”, che Gesù ridonò a suo fratello, era solo un pallido riflesso di ciò che il divino Maestro stava compiendo per ogni credente: “Se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo” (1Cor 15,21-23).

Lettura esistenziale

Marta-Maria-e-Gesu-300x169 La parte migliore“Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti” (Lc 10, 40). Fiumi di inchiostro si sono versati per spiegare e commentare l’atteggiamento lodevole di Maria che, seduta ai piedi del Signore, lo ascoltava con grande raccoglimento e amore. Altrettanti fiumi di inchiostro per commentare il borbottamento di Marta e la dolce riprensione che le fa Gesù.

Vi confesso che, oltre quello di Maria, a me piace molto anche il comportamento di Marta. Semplicemente: mi fa simpatia. Mi piace la confidenza che Marta ha con Gesù e il tono quasi imperioso che usa con Lui: “Dille dunque che mi aiuti!”, mi fa pensare alla grande amicizia che ella aveva nei confronti di Nostro Signore.

Marta doveva essere una donna molto schietta, senza troppi peli sulla lingua. Ma sappiamo anche che era una grande donna di fede. È colei che, rivolgendosi a Gesù, è stata capace di affermare con convinzione, in occasione della morte di Lazzaro: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà» (Gv 11,21).

Questo modo di fare mi rimanda anche ad un’altra grande donna: Teresa D’Avila. Quando soleva chiedere una grazia al Signore gli diceva: “Signore ti chiedo di concedermi questa grazia: se è tua volontà. E se non lo è, fa’ che lo sia!”.

Com’è la nostra relazione con il Signore? Ingessata, bloccata dentro le formule oppure spontanea, improntata alla fiducia e all’amicizia confidenziale?

Sicuramente in nessuno dei nostri formulari di preghiera troveremo le espressioni suddette o l’altra di Pietro: “Signore, non t’importa che periamo?” Eppure Gesù le ascoltava ed esaudiva. Chissà, forse dovremmo rivedere i nostri formulari di preghiera…