• 8 Maggio 2024 17:25

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Martedì della I settimana di Avvento

Letture: Is 11,1-10; Sal 71; Lc 10,21-24

Riflessione biblica

“In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo” (Lc 10,21-24). Esultiamo con Gesù che viene e nello Spirito ci porta la gioia della salvezza. Le sue parole sono rivolte “ai piccoli”, a persone che agiscono secondo la sapienza “che viene dall’alto, pura, pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera” (Gc 3,17). Sapienza che ci trasmette lo Spirito di Dio, ci immette nella vita intima di Dio e ci comunica conoscenza, saggezza, esperienza. Conoscenza: del rapporto intimo che intercorre tra Gesù e il Padre e che ci immette nella comunione con Dio: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto” (Gv 14,6-7); poi di Gesù e noi: “per avere una conoscenza piena della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale” (Col 1,9). Saggezza: per penetrare e gustare tale progetto di amore e trovare in Gesù la via unica che porta alla comunione con Dio. Esperienza: per esperimentare la gioia di essere in comunione con Dio: “Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia” (Sal 34,9). Vivere secondo lo Spirito e lasciarsi condurre da lui ci porta a conoscere Gesù, “potenza di Dio e sapienza di Dio” (1Cor 1,24), e in Gesù conoscere il Padre e il suo amore infinito per noi, piccoli che ci affidiamo totalmente a lui. Tale sapienza conduce alla santità della vita: a quell’incontro con Gesù, “luce vera, che illumina ogni uomo e ci dà il potere di diventare figli di Dio, a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati” (Gv 1,9.12-13). Anzi, è lo Spirito stesso che “attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria” (Rom 8,16-17)

Lettura esistenziale

“In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto” (Lc 10, 21). Gesù ha inviato i «settantadue discepoli» (Lc 10,1) ed essi sono partiti con un senso di paura per il possibile insuccesso della loro missione. Anche Luca sottolinea il rifiuto incontrato nelle città in cui il Signore ha predicato e ha compiuto segni prodigiosi. Ma i settantadue discepoli tornano pieni di gioia, perché la loro missione ha avuto successo; essi hanno constatato che, con la potenza della parola di Gesù, i mali dell’uomo vengono vinti. E Gesù condivide la loro soddisfazione: «in quella stessa ora», in quel momento, Egli esultò di gioia…Gesù gioisce partendo dall’intimo di se stesso, in ciò che ha di più profondo: la comunione unica di conoscenza e di amore con il Padre, la pienezza dello Spirito Santo. Coinvolgendoci nella sua figliolanza, Gesù invita anche noi ad aprirci alla luce dello Spirito Santo, perché – come afferma l’apostolo Paolo – «(Noi) non sappiamo … come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili … secondo i disegni di Dio» (Rm 8,26-27) e ci rivela l’amore del Padre. Nel Vangelo di Matteo…troviamo uno degli appelli più accorati di Gesù: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). Gesù chiede di andare a Lui che è la vera sapienza, a Lui che è «mite e umile di cuore»; propone «il suo giogo», la strada della sapienza del Vangelo che non è una dottrina da imparare o una proposta etica, ma una Persona da seguire: Egli stesso, il Figlio Unigenito in perfetta comunione con il Padre.