• 6 Maggio 2024 6:28

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e suor Cristiana Scandura

San Giuseppe Lavoratore

Vangelo: Gv 10,1-10

Riflessione Biblica

“Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,1-10). Molte le funzioni di una porta, ma nel nostro brano sono tre: entrare, uscire, custodire. Entrare ed uscire: immagine dinamica di chi è padrone di casa. Solo chi è padrone può “entrare, uscire e custodire” liberamente; gli altri lo fanno abusivamente o per rubare. Fuori metafora: “Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra. Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita. Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre” (Sal 121,5-8). Entrare: Gesù è “la porta, per essa entrano i giusti” (Sal 118,20), perché solo mediante Gesù “abbiamo accesso a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui” (Ef 3,12). Entrati nella Chiesa, “l’ovile di Dio”, i fedeli ascoltano la voce di Gesù, lo riconoscono Signore della vita ed entrano in intima comunione con lui. Nel battesimo, “porta del cielo”, siamo immersi nella morte e risurrezione di Cristo e siamo in comunione con lui, ascoltiamo la sua voce di sapienza che illumina il cuore, esperimentiamo la sua misericordia che ci dà conforto e speranza, riceviamo il suo corpo e il suo sangue quale nutrimento di vita eterna, e celebriamo le meraviglie del suo amore. Uscire: portiamo Gesù e il suo Vangelo di salvezza, nel suo nome siamo testimoni di vita, amore, giustizia e santità. “Chiesa in uscita” per annunciare Cristo e il suo Vangelo di salvezza: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo” (Mc 16,15-16). Per la porta si entra e si esce: “nel recinto di Gesù” c’è libertà, aria di famiglia; c’è chi prega per sé e per gli altri, chi dà testimonianza di amore e santità, chi ha bisogno di misericordia e chi perdona con serenità d’animo: “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra” 1Cor 12,26-27). Uniti al buon pastore e alla Chiesa di Dio, siamo custoditi da Gesù, siamo protetti dalla sua parola di verità “Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). Siamo avvolti dalla delicata misericordia di Gesù che ci dona la sua vita e ci fa camminare in sicurezza di vita: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Gesù è il «buon pastore»: il vero e autentico pastore voluto da Dio, perché egli è sempre in comunione con chi si affida a lui ed è premuroso fino all’estremo sacrificio di se stesso.

Lettura esistenziale

“Egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome” (Gv 10, 3). Il nome è parte essenziale di noi stessi ed esprime la nostra identità. Nel libro del profeta Isaia leggiamo: “Non temere, io ti ho chiamato per nome. Tu mi appartieni” (Is 43,1). Com’è bello sapere che Dio ci conosce, ci chiama per nome e ci invita ad ascoltarlo quando ci parla. Il fatto che Dio ci chiami per nome manifesta che nessuno di noi ai Suoi occhi è uno tra i tanti, al contrario per Dio ogni persona è unica ed Egli instaura con ciascuno una relazione personalissima. Quando Gesù Risorto pronuncia con tanto amore il nome di Maria Maddalena, questa si sente rigenerata e guarita dalle sue lacerazioni interiori e diventa una persona nuova. “Quando pensi al tuo nome, immagina che Gesù in questo momento ti stia chiamando. Gesù rigenera anche te quando pronuncia il tuo nome. Si rivolge a te, rivolge a te il suo sguardo. La sua voce e il suo sguardo ti trasformano nell’immagine unica che Dio ha di te, nell’immagine bella e nuova che rispecchia la gloria di Dio in modo puro. Quando Egli pronuncia il tuo nome vuole dirti: “È bene che tu esista. È bene che tu sia qui. Puoi essere come sei. Sei unico. Io ti sostengo. Ti amo. Ora accettati a tua volta. Chiama te stesso con il tuo nome e ricolmalo di tutta la dolcezza di cui sei capace.” (Anselm Grün) Il Pastore Buono che cammina davanti a noi e che pronuncia il nome profondo di ciascuno, non è un ladro di felicità o di libertà, al contrario, ognuno in Lui “entrerà, uscirà e troverà pascolo” (Gv 10, 9). Cristo è una porta aperta verso la pienezza della vita.