• 3 Maggio 2024 14:56

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi E Suor Cristiana Scandura

Mercoledì della II settimana di Pasqua

Letture: At 5,17-26; Sal 33; Gv 3,16-21

Riflessione biblica

“Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chi crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16-21). Affermazione forte ed essenziale, che racchiude tre verità di fede: Dio vuole tutti gli uomini salvi, il sacrificio di Cristo per noi, Gesù è luce di verità e di vita. Dio vuole tutti gli uomini salvi: “In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,9-10). Il suo amore ci apre alla vita e ci dà certezza che egli opera sempre per difenderci dal male e renderci giusti: “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica!” (Rom 8,31-33). Da tale amore, scaturisce il sacrificio di Gesù per la nostra salvezza. Il suo amore è in perfetta consonanza con la volontà salvifica del Padre: “Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita” (Rom 5,10). Per questo, egli è divenuto il nostro Paraclito presso il Padre: “Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo” (1Gv 2,1-2). Niente paura, allora, e sensi di colpa, ma fiducia in Gesù: “Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi! Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” (Rom 8,34-35). E il suo amore è luce, per illuminare ogni uomo con la sua verità: “se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato” (1Gv 1,7). Egli è la verità che toglie dal cuore le tenebre e ci rende liberi (Gv 8,32). Egli è fuoco d’amore che ci illumina: “Chi ama suo fratello, dimora nella luce e non c’è in lui occasione di inciampo. Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi” (1Gv 2,10-11).

Lettura esistenziale

“Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16).  In questo brano l’evangelista Giovanni ci consegna il nucleo centrale del suo Vangelo: Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio. Tra Dio e il mondo, due realtà lontanissime tra di loro, queste parole creano il ponte sul quale l’infinito di Dio e la finitezza umana si incontrano e si abbracciano. “Dio ha amato”: un verbo al passato, per indicare un’azione che è da sempre e che continua nel presente. Noi non siamo cristiani perché amiamo Dio, ma esattamente per il contrario: siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama. E ci ama così tanto da dare suo Figlio. Colma di stupore il fatto che Dio ami ogni persona quanto ha amato Gesù. E questo sarà per sempre: io amato come Cristo. E non soltanto l’uomo è amato da Dio, ma anche il mondo intero. E se Dio ha amato il mondo, anche noi dobbiamo amare questa terra, i suoi spazi, i suoi figli, il suo verde, i suoi fiori, la sua bellezza. Quando amiamo, in noi si raddoppia la vita, aumenta la forza, raggiungiamo la pienezza della felicità. Ogni nostro gesto di cura, di tenerezza, di amicizia porta in noi la gioia di Dio e spalanca una finestra sull’infinito. «È l’amore che fa esistere» (M. Blondel).