• 17 Maggio 2024 8:16

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Lunedì della III settimana di Avvento

Letture: Nm 24,2-7.15-17; Sal 24; Mt 21,23-27

Riflessione biblica

“Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?” (Mt 21,23-27). Domande che ci fanno riflettere, ma nello stesso tempo ci spronano a credere con maggiore decisione ad aderire alla sua parola di salvezza e di grazia. La parola di Gesù ha una forza speciale: è una parola semplice, ma guida la nostra vita, ci libera da fantasmi e incoerenze, ci sprona ad essere migliori. “Parla con autorità”: non è parola di uomo, ma “parola di Dio, che opera in noi che crediamo” (1Tes 2,13). parola-1-300x186 L'autorità di chi perdonaÈ la parola della fede che rompe la durezza del cuore e ci rende docile a seguire la via della verità e dell’amore che cambia la vita e ci rende graditi a Dio. Parla con potenza: ci trasforma nella forza dello Spirito per essere veri figli di Dio, operatori di pace e giustizia in un mondo dominato dal male, testimoni di grazia che porta alla santificazione di noi stessi e di coloro che incontriamo nel nostro cammino quotidiano, testimoni dell’amore di Dio, proiettati verso la costruzione dei cieli nuovi e della terra nuova. Tutto ciò è vero, ma Gesù non ha bisogno della testimonianza degli uomini, neppure di quella di Giovanni Battista: “Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere testimoniano di me che il Padre mi ha mandato” (Gv 5,34-36). Egli parla ed opera nella potenza dello Spirito: “È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita” (Gv 6,63). Non basta lo stupore, bisogna credere e proclamare che Gesù è il Santo di Dio, che opera in noi la salvezza: “Se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza” (Rom 10.9-10).

Lettura esistenziale

gesu-11-300x148 L'autorità di chi perdona“Entrato nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?»” (Mt 21, 23). Il Vangelo odierno si comprende meglio se facciamo memoria di un dettaglio importante: il giorno prima Gesù era entrato a Gerusalemme sopra un’asina, esattamente come dicevano le profezie rispetto al Messia, e varcando la soglia del Tempio lo aveva “purificato” scacciando i mercanti. È proprio a causa di questo che coloro che si sentono i padroni di casa gli chiedono conto della sua autorità. Ma Gesù vuole smontare innanzitutto la presunzione di una simile domanda, perché non si può dare nessuna risposta a chi non vuole ascoltarla. Infatti ci sono domande, anche serie, che noi facciamo solo per affermare il nostro pensiero e non perché ci interessi trovare una risposta vera. È il tipo atteggiamento di chi è in polemica con tutto avendo solo come scopo quello di demolire, di criticare, di smontare, di svalutare. A chi ragiona così non si può dare nessuna risposta perché non c’è volontà di costruire davvero nulla. Il massimo che si sa fare è rimuginare in se stessi, ma non sono capaci di nessun vero dialogo: “Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se diciamo: “dal Cielo”, ci risponderà: “perché dunque non gli avete creduto?”; se diciamo “dagli uomini”, abbiamo timore della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta»”. Chi vive così si perde ciò che della vita vale la pena, perché un simile disfattismo è solo l’affermazione di infelicità travestita di superbia e presunzione. “Rispondendo perciò a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose»”. Certe volte il silenzio di Dio, non è uno stato di vita spirituale che assomiglia alla notte oscura dei mistici, ma è solo la conseguenza del nostro non volerlo ascoltare veramente e sul serio, assumendocene la responsabilità.