• 13 Ottobre 2024 2:46

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Le pietre di Sant’Elia profeta e il dono della pioggia

di Francesco Polizzotti

Sant’Elia, popolarmente chiamato Santu Lio, riveste un ruolo importante nella devozione popolare di molte regioni del Sud Italia, facendo parte della cultura agricola di un’area del Paese di Caronia nella diocesi di Patti, da sempre esposta a cicli di siccità notevoli. La figura del profeta Elia è associata dalla tradizione – non a torto – al ritorno della pioggia, spesso a seguito di un gesto penitenziale rappresentato da un pellegrinaggio o da un digiuno. Non è da considerarsi straordinario come i contadini, gli allevatori, il popolo riponessero in Sant’Elia le proprie speranze e rasserenare i mezzadri.

Nella Scrittura, nel Primo Libro dei Re, il Profeta annuncia ad Acab di una pesante siccità, tanto da costringerlo ad obbedire al Signore dopo una serie di situazioni. Acab e il popolo avevano smesso di osservare i comandamenti del Signore preferendogli gli idoli di Baal. Elia ottiene su richiesta di Dio che in Israele non ci sia posto quindi per Baal e, soprattutto, per i suoi rappresentanti, celebrata con la cessazione del periodo di siccità con il ritorno della pioggia promessa da Dio ad Elia.

Il culto per il Profeta è anche reso visibile dalla presenza di numerose edicole votive dedicategli, soprattutto in quei luoghi in cui si è avuta una forte testimonianza basiliana e dove la sua figura di eremita ben si adeguava al territorio.

Nella Comunità di Caronia, nel messinese, era tradizione recarsi in tempo di penuria, o di scarsità o mancanza di pioggia, che si protraeva per un periodo di tempo eccezionalmente lungo, presso l’edicola votiva dedicata proprio al Profeta Elia. Un’edicola posta all’uscita del paese e che si avvia ai fitti boschi dei Monti Nebrodi. La popolazione, confortata dalle gesta del santo e dalla sua intercessione prodigiosa che faceva scaturire la pioggia, si recava in pellegrinaggio dal centro abitato proprio sul luogo dove sorge ancora oggi l’edicola, in contrada Torretta.

Dal racconto delle persone più anziane i ricordi di una fede che riconosce l’intervento dei santi nella vita feriale della gente, di quanti lavorando la terra provvedevano al proprio sostentamento e a quello della popolazione, della promessa di Dio di farsi pronta benedizione, dietro le nubi ricolme di acqua. “Stamu iennu a pigghiari i petri ri Santu Liu”, intonavano i fedeli dietro la Croce astile e il sacerdote del tempo. Insieme a Sant’Elia, i caronesi rivolgevano le proprie preghiere per la fine della siccità anche a San Biagio, patrono e protettore del Paese, la cui immagine portata sulle spalle dei portatori, accompagnava in processione i fedeli. Si racconta come giunti alla presenza dell’edicola e recitata l’orazione al Santo, la gente prendesse le pietre del sagrato per portarle in Paese. Nel tragitto di ritorno il cielo si apriva all’abbondante pioggia e la gente lodava il Signore per il prezioso dono.

Quest’anno il parroco Don Carmelo Scalisi, su richiesta dei fedeli stessi, ha voluto far rivivere il gesto di pietà. Domenica 18 agosto scorso, si è recato in pellegrinaggio insieme ad un gruppo di parrocchiani proprio all’edicola del Santo, celebrando la Santa Messa e chiedendo il dono della pioggia dopo una estate particolarmente siccitosa e dove le alte temperature hanno provato non poco l’intera popolazione.

E la pioggia non si è fatta attendere. Dapprima come “piccola nube”, quasi a richiamare la Scrittura, ed in questi giorni con abbondanti precipitazioni.