• 13 Novembre 2025 6:20

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Leone XIV: «Io con i migranti, la Chiesa non resta in silenzio»

«Nessuna caduta è definitiva, nessuna notte è eterna, nessuna ferita è destinata a rimanere aperta per sempre». Nella catechesi, durante l’Udienza generale in piazza San Pietro, papa Leone XIV ha continuato a mettere in risalto la misericordia di Dio. Un amore «umile», gratuito e perseverante, quello divino, che stride sempre più con il clima di violenza e i toni bellici che continuano a crescere nel mondo. «Per quanto possiamo sentirci lontani, smarriti o indegni, – ha sottolineato il Papa nella sua meditazione sul Vangelo dei discepoli in Emmaus – non c’è distanza che possa spegnere la forza indefettibile dell’amore di Dio».

Davanti alla sofferenza dei migranti «la Chiesa non resta in silenzio»

Continuano il ciclo di catechesi giubilari sulla “Speranza”, Leone XIV si è soffermato in particolare, davanti a 60mila fedeli pellegrini arrivati da ogni parte del mondo, su uno degli «aspetti sorprendenti della Risurrezione di Cristo: la sua umiltà», e sul tema del “Riaccendere”. Tra loro anche migliaia di religiosi, religiose e consacrati, a Roma per il Giubileo della vita consacrata che inizia oggi, che il Papa ha ringraziato «per il prezioso servizio al Vangelo e alla Chiesa» nelle «tante frontiere del mondo moderno». Di queste una delle più note per la dura situazione di chi emigra è quella del confine tra Stati Uniti e Messico, e stamattina il Papa, durante un incontro privato, rivolgendosi al vescovo della diocesi di El Paso, Mark Joseph Seitz e agli attivisti di Hope Border, impegnati con i migranti sempre più intimiditi dalle deportazioni di massa della presidenza Trump, ha riferito che «la Chiesa non può rimanere in silenzio di fronte all’ingiustizia». La delegazione statunitense ha mostrato al Papa un video nella quale i migranti parlano delle loro paure. Le stesse di cui parlano nelle lettere che il gruppo ha consegnato a Leone XIV.