Una società italiana turbata e in profondo cambiamento, con l’acuirsi della crisi del ceto medio e preoccupazioni crescenti per i flussi migratori: è questa la fotografia che il Censis scatta per il Rapporto 2024, diffuso oggi. Un Paese che non cresce, ma «galleggia»: gli Italiani sono infatti affetti da «sindrome da galleggiamento», con il ceto medio «sfibrato» mentre i redditi reali sono calati del 7% in 20 anni.
Tanti gli elementi che emergono, ma alcuni, come accennato, preponderanti, ad iniziare dal capitolo migranti: il 57,4% degli italiani «si sente minacciato – scrive e argomenta il Censis – da chi vuole radicare nel nostro Paese regole e abitudini contrastanti con lo stile di vita italiano consolidato, come ad esempio la separazione di uomini e donne negli spazi pubblici o il velo integrale islamico». Un 38,3% di italiani si sente minacciato anche da chi vuole facilitare l’ingresso nel Paese dei migranti; un 29,3% vede come un nemico chi è portatore di una concezione della famiglia divergente da quella tradizionale; il 29,3% degli italiani «vede come un nemico chi è portatore di una concezione della famiglia divergente da quella tradizionale».
Si tratta, a detta dei ricercatori Censis, di differenze che possono trasformarsi «in fratture e potrebbero degenerare in un aperto conflitto». «Sono dati -prosegue il Censis- che rivelano il pericolo che il corpo sociale finisca per frammentarsi dentro la spirale attivata dalla costruzione di rigidi confini identitari, in cui le differenze si trasformano in fratture e potrebbero degenerare in un aperto conflitto. Un solido ceto medio poteva neutralizzare le divergenze identitarie, stemperandole per mezzo di un’agenda sociale largamente condivisa. Il suo indebolimento rende oggi il Paese non più immune al rischio delle trappole identitarie».
Tutto questo a fronte del fatto che l’Italia si colloca al primo posto tra tutti i Paesi Ue per quantità di cittadinanze concesse (213.567 nel 2023). Con un numero molto più alto di Spagna, Germania, Francia.
Da sottolineare anche il capitolo istruzione, con la definizione impietosa che il Censis dà: «fabbrica degli ignoranti», considerato l’emergere della mancanza di conoscenze di base che «rende i cittadini più disorientati e vulnerabili». In termini di apprendimento, il 24,5% degli alunni al termine del ciclo di scuola primaria non raggiungerebbe l’auspicato traguardo per la lingua italiana; il 39,9% al terzo anno della scuola media e il 43,5% all’ultimo anno della scuola superiore (dato che negli istituti professionali sale addirittura all’80%).
Sempre più notevole anche la spaccatura tra città e campagne, soprattutto sotto il profilo dei servizi, sia pubblici che privati: se in media in Italia le famiglie hanno difficoltà a raggiungere una farmacia (13,8%, pari a 3,6 milioni) o per accedere a un Pronto soccorso (50,8%, circa 13 milioni), nel caso dei comuni fino a 2mila abitanti le difficoltà salgono rispettivamente al 19,8 e al 68,6% dei nuclei familiari.