• 29 Aprile 2024 19:03

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

S. Marco

Letture: 1Pt 5,5-14; Sal 88; Mc 16,15-20

Riflessione biblica

“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,15-20). È compito di ogni cristiano: testimoniare Gesù, annunciando a tutti gli uomini il Vangelo della vita e invitandoli al battesimo per renderli partecipi della salvezza. Per Marco, tale testimonianza ha tre punti fermi. “Il Signore operava insieme a loro”: non esiste Vangelo senza Gesù e non c’è annuncio che non abbia come centro Gesù. Il cristiano annuncia Gesù, “via, verità e vita” (Gv 14,6); lo testimonia, seguendo Gesù, rinnegando se stesso e prendendo ogni giorno la croce con Gesù (Lc 9,23). La sequela è vita con Gesù, stile di vivere, sentire, pensare, agire “dietro lui”. Non basta annunciare Gesù come Cristo, Figlio dell’uomo, Figlio di Dio, bisogna “camminare” con Gesù e portare la propria croce dietro a Gesù, “che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,45). “Essi partirono e predicarono”: i discepoli, conquistati da Cristo e guidati dallo Spirito di Gesù, devono testimoniarlo fino ai confini della terra (At 1,8),  portando il suo messaggio di verità, giustizia e santità e soprattutto operando nell’amore reciproco: “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune” (At 4,32). “Confermava la parola con prodigi”: la parola deve produrre i prodigi dell’amore. Ma non siamo noi che operiamo i prodigi, ma Gesù che è presente tra noi con la sua parola e i suoi sacramenti di grazia, che ci rendono saldi nella fede, operosi nella speranza, attenti nell’amore reciproco. La sua parola sia nel nostro cuore: arderà per lui (Lc 24) e “cercheremo le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgeremo i nostri pensieri alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3,1-2). Sempre orientati a Gesù, lo annunceremo non come giudice, ma come Salvatore: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Gv 3,17).

Lettura esistenziale

“Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura» (Mc 16, 15). L’impegno missionario è una dimensione essenziale della fede: non si è veri credenti senza evangelizzare. E l’annuncio del Vangelo non può che essere la conseguenza della gioia di avere incontrato Cristo e di aver trovato in Lui la roccia su cui costruire la propria esistenza. Impegnandoci a servire gli altri e ad annunciare loro il Vangelo, la nostra vita, troverà la sua unità nel Signore e crescerà in umanità. Ma che cosa vuol dire essere missionari? Significa anzitutto essere discepoli di Cristo, ascoltare sempre di nuovo l’invito a seguirlo, l’invito a guardare a Lui: «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11, 29). Un discepolo, in effetti, è una persona che si pone all’ascolto della Parola di Gesù, riconosciuto come il Maestro che ci ha amati fino al dono della vita. Si tratta dunque, per ciascuno di noi, di lasciarci plasmare ogni giorno dalla Parola di Dio: essa ci renderà amici del Signore Gesù e capaci di far entrare altri in questa amicizia con Lui. Credere, infatti, non è mai un rinchiudersi nel proprio intimismo ma partecipare agli altri la gioia. dell’incontro con Cristo.