• 17 Maggio 2024 6:52

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Giovedì della XI settimana del Tempo Ordinario

Letture: Sir 48,1-14; Sal 96; Mt 6,7-15

Riflessione Biblica

“Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole” (Mt 6,7-15). Parole preziose! Per entrare in comunione con Dio, non abbiamo bisogno di sprecare parole, ma di “pregare incessantemente” (1Tes 5,17), mantenendo in noi un atteggiamento di adesione alla volontà di Dio, di gioiosa coscienza filiale e di ringraziamento al Padre “che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa” (At 17,25). E tutto operiamo in comunione con Gesù: “Qualunque cosa fate, in parole e in opere, tutto fate nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre” (Col 3,17). preghiera-300x200 Non sprecare parole... prega!La nostra preghiera in Gesù è preghiera di figli che si affidano totalmente alla volontà di colui che ci ha dato l’esistenza, ci assiste con la sua provvidenza e e a cui rendiamo gloria con la nostra vita: “Sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio” (1Cor 10,31). Tutto facciamo perché si realizzi in noi il progetto di Dio, che “ci ha scelti per sé, per essere santi e immacolati di fronte a lui nell’amore, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo” (Ef 1,3-5). Chiediamo con insistenza, perché lui regni nella nostra vita, ci rinnovi con il suo Spirito Santo e ci rivesta dell’uomo nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato” (Col 3,10). Rinnovati dallo Spirito, “santifichiamo il suo nome” e portiamo a compimento il suo progetto di amore: la nostra santificazione (1Tes 4,3). La relazione con Dio ci apre alla relazione voluta da Dio: “Amerai il tuo prossimo come te stesso” (Lev 19,18). “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”: egli provveda con benevolenza ai nostri bisogni e per mezzo nostro a chi ha bisogno: “proviamo la sincerità del nostro amore con la premura verso gli altri” (2Cor 8,8). E ci insegni la moderazione e ad essere riconoscenti: “Non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane, perché, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: «Chi è il Signore?», oppure, ridotto all’indigenza, non rubi e abusi del nome del mio Dio” (Prov 30,8-9). Oltre al pane, chiediamo ancora con fiducia e senza stancarci le cose essenziali per vivere secondo lo Spirito: il perdono dei nostri peccati, per ricevere misericordia e donare sempre misericordia a chi ci offende: “Siate benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo” (Ef 4,32); e la sicurezza interiore, per essere liberi dal male e ci renda liberi nella verità (Gv 8,32).

Lettura esistenziale

preghiera-300x150 Non sprecare parole... prega!“Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate” (Mt 6, 7s). Gesù, Maestro di preghiera, ci insegna che ciò che conta nella preghiera non sono le molte parole che possiamo pronunciare, ma la fede e l’amore con cui ci rivolgiamo a Dio. Due sole parole pronunciò Mosè per chiedere a Dio la guarigione della sorella Maria, colpita da lebbra: “Guariscila, Dio!” (Nm 12, 13) e il Signore esaudì la sua preghiera. “Signore, salvami!” (Mt 14, 30), gridò Pietro in preda alla paura, mentre sprofondava nelle acque e il Signore gli porse la mano e lo dirò fuori dai flutti del mare agitato.  Anche nelle nostre relazioni umane, quando dobbiamo manifestare grandi sentimenti, andiamo all’essenziale e non ci perdiamo in tante parole. Pensiamo, ad esempio, ad una persona innamorata che per palesare il proprio amore usa un’espressione brevissima e concisa ma alquanto efficace per esprimere il grande sentimento che ha nel cuore: “Ti amo!”. Quando invece si usano troppi giri di parole, con Dio e fra di noi, è segno che forse non abbiamo niente da dire o che non crediamo veramente a ciò che stiamo dicendo e abbiamo bisogno di rafforzarlo moltiplicando parole.

Impariamo da Gesù, nostro Signore e Maestro, uno stile di preghiera sobrio e conciso nelle parole, ma ricco di fede e di amore.