di FraPè -In questi giorni non si fa che parlare del libro del generale Vannacci e della libertà di opinione. Un caso che non divide solo il governo ma anche l’opinione pubblica. Molti sono coloro che si appellano al diritto di libertà di espressione, diritto sacrosanto. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione: lo dice la Costituzione (art. 21) ed è un principio sancito da tutti i moderni Stati democratici. Però, attenzione, l’opinione espressa non deve mai ledere l’altrui riservatezza, onore e reputazione, e non mi sembra che il generale in questione non sia stato ne prudente e ne tanto meno gentile nell’esprime il suo pensiero sui gay o su la gente dalla pelle diversa dalla sua.
Preoccupante è ciò che Vannacci scrive sulla famosa pallavolista di origine nigeriana che gioca nella Nazionale Italiana . “Se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità che si può scorgere in tutti gli affreschi, i quadri, le statue…». L’Avvenire di qualche giorno fa afferma: “Così scrive il generale e non pochi si sono affrettati a dargli ragione. Dov’è lo scandalo, si è detto. Egonu non rappresenta le caratteristiche fisiche di un’italiana. Già. E qual è la differenza? Non è difficile: è nera. Nient’altro la distingue da una ragazza “italiana” più alta della media. È questo il mondo al contrario che vogliamo rimettere sui suoi piedi? Il ritorno al razzismo somatico? Dove conta il ‘colore’ cui siamo abituati da secoli?”
Stabilire, però, l’esatto confine tra critica e ingiuria non è facile, ma un linguaggio duro, volgare, offensivo, lo sappiamo riconoscere tutti. Se le parole volano, lo scritto rimane. Sono più che sicuro che il libro del generale avrà ripercussioni sulla massa con una preparazione culturale medio bassa e che i sentimenti di odio andranno espressi come se fosse un diritto. “Odiare qualcosa o qualcuno è legittimo, è un sentimento personale. Non vedo perché dovremmo vivere in un mondo che prova solo amore” queste le parole del generale. Da cristiani, da battezzati non si può e non si deve accettare un simile ragionamento. Ma naturalmente non tutti la pensano così: si appellano alla libertà di opinione ma se qualcuno la pensa in maniera diversa o si azzarda a dire che il generale ha sbagliato o, come è successo alla libraia Clara Abatangelo, titolare della libreria ‘Ubik’ di Castelfranco Veneto che si è rifiutata di vendere il libro, non vengono risparmiati epiteti, insulti e persino aggressioni. Democrazia a senso unico: o si è con noi o contro di noi, per i seguaci di una destra omofoba, xenofoba e sessista vale il pensiero unico e omologato, la diversità di pensiero è una meta molto distante da accettare.
Non solo gay e migranti. Il generale nel suo libro Il mondo al contrario, non risparmia nessuno. E così accanto agli attacchi contro gli omosessuali e gli stranieri che arrivano sui barconi nel nostro Paese, Vannacci se la prende anche con le donne tanto da definire le femministe “moderne fattucchiere”.
Le opinioni – così come scrive Angelo Greco nel sito laleggepertutti.it – è lecito esternarle anche con l’uso di un linguaggio colorito e pungente. Se così non fosse, nessuno potrebbe mai esprimere un’opinione, a patto che come afferma la legge e la giurisprudenza un’opinione personale o una critica va espressa utilizzando un linguaggio garbato seppur deciso, non denigratorio o insinuante e, soprattutto, senza la volontà e la consapevolezza di offendere. Se ci si attiene a tali regole non si deve temere alcuna azione penale, in quanto si sta esercitando la propria libertà di espressione e di critica (per come garantita dalla Costituzione).
L’unica anormalità in questo mondo è l’assenza dell’amore, il resto sono solo chiacchiere generatrici di odio.