Commento al Vangelo di Fra Giuseppe Maggiore Ascensione del Signore
Letture: At 1,1-11 Sal 46 Eb 9,24-28;10,19-23 Lc 24,46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio
Oggi, domenica 1° giugno, festa dell’Ascensione di Gesù. Gesù parte, ritorna al Padre, praticamente prende il volo. Quindi alla fine noi festeggiamo una festa senza il festeggiato. Ma non sarebbe stato meglio che rimaneva fra noi? Ma poi si è reso conto a chi stava lasciando tutto? Ad un gruppo di impauriti, di gente che si riempiva la bocca e poi sono scappati tutti. Tu cosa avresti fatto, io sarei rimasto.
Potevi anche rimanere con noi eternamente caro Gesù, accessibile con un bel collegamento online settimanale, dove ci davi indicazioni come e cosa fare. Un Dio a portata di mano, a disposizione, sempre accessibile. Non un Dio che carica sulle nostre spalle la gestione di tutto, in attesa del tuo ritorno definitivo. Ma tu ti rendi conto in che pasticci siamo e tu te ne vai?
Gesú ascende al cielo perché ci ama, ed è difficile capire questo amore. È evidente che questo modo di fare di Gesú non rientra nel nostro modo di pensare: ti amo e quindi dobbiamo stare uno accanto all’altro e tutto il resto è noia. Purtroppo anche la Fraternità a volte viene vista come qualcosa dove tutti devono stare insieme e fare tutti la stessa cosa. E il mondo che ci circonda conta qualcosa? Il Vangelo di oggi ci parla di un amore alto, di un saper amare da Dio, di un amore che anche disposto a fare un passo indietro per farne fare uno avanti all’altro. Un amore che non è egoista e possessivo, che fa crescere perché è un amore da libertà perché viene da Dio. Un amore che ti fa prendere il largo.
Il Signore ci scuote, ci invita ad andare oltre, a crescere, a credere. Siamo chiamati ad uscire a non cercare Dio solamente in una struttura, o guardare il cielo per vedere se ci sono segni della sua presenza. Lo possiamo cercare là dove ha deciso per sempre di abitare: in mezzo ai fratelli più poveri, nelle famiglie che non riescono a vivere dignitosamente, tra gli operai sfruttati e sottopagati, negli ammalati soli e abbandonati negli ospedali o nelle case di riposo, negli immigrati rifiutati e deportati… Lo possiamo cercare in mezzo alla comunità: nella Chiesa sua Sposa. Dio ci tratta da adulti. Dio ci rende capaci di costruire il Regno. Ci dice: ”Ora tocca a te! non ti preoccupare che non sei solo, tocca a te!”
L’ascensione segna la fine di un momento, il momento della presenza fisica di Dio, ora è il tempo della Chiesa, il tempo dello Spirito Santo che ci da il coraggio di osare, di costruire relazioni e rapporti a partire dal sogno di Dio: ogni essere umano va amato e rispettato perché immagine Sua e nostro fratello e sorella. Un sogno, quello di Dio che è la costruzione della civiltà dell’amore in un tempo di guerra e di odio. Affinché questo avvenga è necessario “sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato (cfr Gv 3,30), spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo”. Come ci ha ricordato Papa Leone.
L’ascensione segna l’inizio della Chiesa, l’avvio di una nuova avventura che vede noi protagonisti in Cristo Gesù in attesa del suo ritorno definitivo.
Buona domenica!