• 2 Maggio 2024 13:12

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Paladina antimafia dalle amicizie con la destra agli anziani derubati: arrestata a Roma

Dalle amicizie con la destra e alle ospitate nei programmi tv come paladina antimafia, fino all’arresto. Nell’ordinanza firmata dal gip del tribunale di Velletri, nei confronti di Maricetta Tirrito e altre quattro persone, fra le quali il suo compagno (ai domiciliari), emerge uno spaccato inquietante.
La donna originaria di Palermo  di anni 53 è presidente dell’associazione «Laboratorio Una Donna» e portavoce del Comitato collaboratori di giustizia italiani (Co.Gi.). Incarichi che, fino a qualche giorno prima dell’arresto, l’avevano portata a confrontarsi con esponenti politici e rappresentanti delle forze dell’ordine in manifestazioni per la legalità in tutta Italia.
La palermitana ha sempre militato la destra, orgogliosamente a fianco di Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Rachele Mussolini e Nicola Franco. Sfoggia foto con loro ed altri esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia. Nel 2020 era salita sul palco di Bibbiano con Matteo Salvini, che aveva sostenuto per anni anche col comitato Flat Tax. Poi gli abbracci con “l’amica” Rachele Mussolini dopo il successo elettorale. E ancora, lo scorso 21 marzo alla Camera viene presentato e promosso da Fratelli d’Italia un documento sulla silver cohousing che impegna il Governo a “sensibilizzare i comuni e le regioni a incentivare, mediante le politiche riservate alle famiglie numerose, le unioni di persone che abbiano l’obiettivo di realizzarsi in cohousing, con particolare favore verso quelle silver”. Tirrito, sui social, non aveva perso l’occasione per rivendicare quella vittoria, facendola sua: “Approvato il mio ordine del giorno. Grazie al governo e a Fratelli di Italia”, scriveva su Facebook. Poi l’ascesa come paladina dell’antimafia a Ostia e Tor Bella Monaca, e le numerose sfilate con le istituzioni tra le vie dello spaccio. Ma ad Ardea succedeva altro: il blitz e l’arresto.
Dalle risultanze investigative è emerso che Tirrito gestiva la co-housing «Silver», una sorta di ospizio abusivo in via Isernia, ad Ardea, che secondo la polizia era una macchina per fare soldi sulle spalle degli anziani ricoverati, spogliati dei loro beni con false deleghe e procure generali per agire per loro conto. Nella struttura, per far sembrare tutto regolare, venivano somministrati farmaci agli anziani prima delle visite dei parenti. Dalle risultanze investigative sarebbero emersi finti medici e poliziotti che avrebbero aiutato nelle intimidazioni e nel saccheggio dei beni agli anziani, anche per custodire e prelevare soldi ai bancomat. Interdetti anche professionisti sanitari corrotti che hanno rilasciato certificati medici inattendibili.
Le carte servivano anche per subentrare nella proprietà di immobili, mentre il denaro degli anziani è stato usato per partire in crociera, pagare viaggi aerei e pranzi in trasferta, noleggiare auto e anche i tatuaggi della figlia, nonché un’operazione di plastica al seno sempre per la ragazza. Testimoni riferiscono che la donna non si fermava di fronte a nulla, depredate anche case e cassaforti degli anziani, aspirapolveri e televisori compresi. Tirrito gestiva anche i rapporti con i parenti degli anziani e sempre a lei venivano pagate le rette da oltre mille euro al mese.
I capi di imputazione sono tutti molti gravi, a vario titolo, circonvenzione di incapace, esercizio abusivo della professione medica, falso. Per Tirrito e la complice Silvana Loconte c’è anche l’accusa di omicidio con dolo eventuale, per avere impedito il ricovero in ospedale di almeno due degli anziani trattenuti nella finta rsa.
Le indagini sono ancora in corso.