“Per dare risposte, dobbiamo conoscere le periferie urbane, spesso vere e proprie periferie esistenziali”: l’intervento dell’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice al convegno “Una società che non cura le periferie è malata”
“Oggi qui a Borgo Nuovo, in questa parrocchia la cui aula liturgica è chiusa al culto dal 2005 per gravi problemi di staticità e ancora in attesa degli interventi necessari, stiamo ponendo un segno: se siamo in grado di conoscere la realtà dei nostri quartieri, dove abita la gente, dove abitano i volti delle persone, dove si custodiscono attese, tragedie, allora è proprio li che può essere posto il segno di una rigenerazione. Se i quartieri non si conoscono, se non si comprende come ci si vive, non si riesce a cogliere il grido di chi quei quartieri li vive ogni giorno. La trasfigurazione dei nostri quartieri periferici parte proprio dalla conoscenza profonda e costante dei territori che spesso non sono soltanto periferici in termini di servizi e di attenzione, spesso sono delle vere e proprie periferie esistenziali”. Queste le parole di Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, intervenuto questa mattina al convegno “Una società che non cura le periferie è malata” organizzato, nel salone parrocchiale, dalla Parrocchia San Paolo Apostolo del quartiere Borgo Nuovo e dall’Associazione Giovani 2017 3P ETS, in collaborazione con le altre parrocchie del quartiere. Al convegno – aperto al quartiere e agli studenti delle scuole della zona e coordinato dal Marco Romano, direttore GDS-TGS – hanno preso parte tra gli altri il Ministro per lo Sport Andrea Abodi, il Sindaco di Palermo Roberto Lagalla, rappresentanti del governo regionale e delle istituzioni civili e militari.
Alle parole dell’Arcivescovo hanno fatto eco quelle del Ministro dello Sport Andrea Abodi: “Quello che bisogna fare è accorciare le distanze, stabilire rapporti e offrire opportunità. Io credo che l’impegno quotidiano delle istituzioni a ogni livello, dal governo nazionale all’amministrazione di un piccolo paese, sia quello di incontrare le persone, assumersi responsabilità, con concretezza”.