• 7 Maggio 2024 22:55

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Tiziana Frigione
Lunedi della XV settimana del Tempo Ordinario
Lettura Es 1,8-14.22; Sal 123; Mt 10,34-11,1

Riflessione biblica

“Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà” (Mt 10,34-11,1). Affermazione forte, ma in linea con la fede: la nostra testimonianza evangelica è annunzio di Gesù, tutto compiamo “a causa sua”, cioè in Gesù, con Gesù e in Gesù. Lui è “la via” che ci trasforma in “via” per annunciare il Regno di Dio e la salvezza per tutti gli uomini: “Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura”. (Ebr 10,19-22). E così, “istruiti nella via del Signore e, con animo ispirato, parliamo e insegniamo con accuratezza ciò che si riferisce a Gesù” (At 18,25). gesu-3-300x181 Perdere per guadagnareLui è “la vita”, che ci fa vivere in pace con tutti: Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi” (Gv 14,27). È una pace che ci purifica dall’interno e ci fa stabilire le giuste relazioni con noi stessi, con i nostri familiari e con tutti coloro a cui annunciamo il Regno di Dio. Per questo, Gesù è la nostra verità: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32). E proprio perché liberi e non condizionati da affetti o altre relazioni che ci rendono inautentici, camminiamo nella via dell’amore, accogliendoci a vicenda non solo offrendo “un bicchiere di acqua fresca”, ma “cerchiamo ciò che porta alla pace e alla edificazione vicendevole, di piacere al prossimo nel bene per edificarlo. E il Dio della perseveranza e della consolazione ci conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù” (Rom 14,19; 15,2.5).
Ma soprattutto la nostra libertà in Cristo “non divenga un pretesto per la carne (l’egoismo), ma mediante l’amore siate a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo prossimo come te stesso” (Gal 5,13-14). Solo allora Cristo ci riconoscerà come suoi discepoli e ci inviterà: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché tutto ciò che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,34.40).

Lettura esistenziale

gesu-11 Perdere per guadagnareAscoltando ancora, con il cuore, il discorso sulla missione, come discepoli, raggiungiamo nuove consapevolezze. Le istruzioni che ci dà Gesù ci fanno realizzare la vita, vivere l’amore ed imparare che, donando la vita, possiamo averla. Riconoscendo i fratelli, riconoscendo nella carne dei fratelli il Signore, vivendo da figli, abbiamo la vita vera, altrimenti è altro, la buttiamo via. E’ la nostra responsabilità, dove si gioca la nostra testimonianza, e la sua Parola , come una spada divide il bene dal male, perché vivendo del suo amore possiamo riconoscere il male, assumerlo nella sua conflittualità, per opporci con la forza della pace, senza violenza. Mettendo al primo posto il Signore, siamo liberi da quei legami asfissianti, dove non circola più l’amore e non si trasmette più la vita, anche nei rapporti familiari, amicali. L’amore ci permette di riconoscere il male, ci stimola a guardare nei nostri cuori, per tirar fuori ciò che ci ostacola, ci da la forza di attraversare tutta la cattiveria ed il male, per portare la vita, per rinascere. Il desiderio che Dio ha di essere amato da noi, è il dono più grande che può farci, perché amando diventiamo ciò che amiamo ed amando il Signore diventiamo come lui. Allora solo la gioia può abitare nei nostri cuori quando, liberi da tutto e da tutti, possiamo dire che il Signore è il Signore della nostra vita, il fine , il significato, l’assoluto, il tutto, il fratello, il familiare, l’amico. Impariamo ad amare nella verità e nella libertà, nel limite dell’altro, nella conflittualità, sperimentiamo l’amore vero tra le persone. La nostra responsabilità è quella di riconoscere i nostri limiti, la nostra cattiveria, gli egoismi, i condizionamenti ed impegnarci per superarli, vincere il male, che è in noi , per essere sempre più liberi di amare. E’ questa la nostra croce, la portiamo insieme a Gesù. La vita così diventa dono ricevuto e dato, non possiamo trattenerla, possiamo viverla secondo l’amore che abbiamo, come luogo di comunione con Dio e i coi fratelli. Questa libertà da tutto e da tutti, il non possedere nulla, il desiderio di vivere nell’amore, ci fa realizzare pienamente la nostra vita, aperta all’infinito, quando non ci imporremo a nessuno, perché sappiamo di essere dono, accogliamo e siamo accolti, ci affidiamo al Padre, vivendo da figli e da fratelli. Ogni gesto di accoglienza è sempre divino, è accoglienza di Dio, è arricchimento , facciamo spazio all’altro, riceviamo l’altro, diventiamo come lui. Rinnovati nell’amore andiamo con Gesù per le strade del mondo, confidando solo nel Padre, donando senza riserve e ad ogni passo lui ci farà dono di sé.