Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Martedì della XII settimana del Tempo Ordinario
Letture: Gn 13,2.5-18; Sal 14; Mt 7,6.12-14
Riflessione biblica
Siamo inviati, oggi, a riflettere su tre “parole di Gesù”, perle di saggezza umana e spirituale, per per vivere in “sapienza di cuore”. “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci” (Mt 7,6): il Vangelo va annunciato ad ogni uomo, perché Dio vuole “che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4). ma non tutti lo ricevono con rispetto e sapienza. Essi non vanno esclusi: “Annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento” (1Tm 4,2). Ma è inutile proporre il Vangelo a persone che non sono intellettualmente oneste, ipocrite, incostanti nel loro operare e nel loro sentire. La Parola di Dio va proposta con discrezione, prudenza e progressività: “Fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo” (1Cor 3,1). “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa è la Legge e i Profeti.” (Mt 7,12): è “la regola d’oro”, principio fondamentale del vivere umano. Esso ci comanda di guardare il prossimo con rispetto, di accettarlo nel suo valore e nella sua fragilità, di amarlo con misericordia, per conquistare il cuore del fratello. Solo l’amore porta a compimento tutto l’insegnamento della Legge e dei Profeti: “Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge è la carità” (Rom 13,8-10). “Entrate per la porta stretta: essa è stretta e angusta, ma conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7,12-14). Il cammino verso il Regno di Dio è una via da percorrere con Gesù: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24). Seguire Gesù comporta una scelta di vita: rinnegare il nostro io, per mettere al centro della nostra vita Dio. Seguiamo la via della verità con discernimento e prudenza: “Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano” (1Tm 4,16). Seguiamo la via della giustizia e arriveremo alla santità: “Mettete le vostre membra a servizio della giustizia, per la santificazione” (Rom 6,19). Seguiamo la via dell’amore: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35).
Lettura esistenziale
“Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti” (Mt 7, 12). Potremmo cominciare col fare l’elenco degli atteggiamenti che vorremmo o non vorremmo che gli altri avessero nei nostri confronti. A ciascuno di noi fa piacere ricevere: stima, affetto, comprensione, misericordia quando sbagliamo, gratitudine quando compiamo il bene, mentre non ci fa per nulla piacere essere biasimati, specie se a torto, essere giudicati, ricevere indifferenza, disistima, ingratitudine, non ci fa piacere che si parli male di noi. Ebbene, dice Gesù, che quanto vorremmo fosse fatto a noi, dobbiamo farlo anche noi agli altri. Le parole di Gesù sono così ricche di buon senso e così logiche che non le comprende solo chi non le vuol comprendere. Non ci vuole poi tanto a capire che i nostri “simili”, la parola stessa lo dice, hanno i nostri stessi sentimenti e la nostra stessa sensibilità. Spesso dovremmo porci questa domanda: “Se mi trovassi io al posto del mio prossimo, in questa determinata circostanza, come vorrei essere trattato?” e comportarci poi di conseguenza. Talvolta invece capita che siamo ultra sensibili verso noi stessi e grossolani e superficiali quando si tratta del prossimo. Non dovrebbe essere così, ma dovremmo considerare e amare il nostro prossimo come noi stessi e fare come Mosè che chiese a Dio di essere cancellato dal libro dei redenti se, insieme a lui, Dio non avesse concesso misericordia anche al popolo, quel popolo di dura cervice che pure l’aveva fatto soffrire non poco. Siamo disposti ad una simile generosità?