Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
San Diego d’Alcalá
Letture: Sap 1,1-7; Sal 138; Lc 17,1-6
Riflessione biblica
“State attenti a voi stessi” (Lc 17,1-6). Breve l’ammonizione, carica di responsabilità. Spesso guardiamo agli altri, ma trascuriamo noi stessi: “Fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi” (Ef 5,15). Tre casi ci sono presentati, in cui dobbiamo agire con saggezza: non dare scandalo, perdonare con misericordia, rimanere saldi nella fede. Evitare lo scandalo: il comportamento del cristiano è quello della “fede che agisce mediante l’amore” (Gal 5,6) e l’amore evita con radicalità di far male al prossimo: “Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna” (Mt 5,29-30). È vero: “Tutto è lecito! Sì, ma non tutto giova. Tutto è lecito! Sì, ma non tutto edifica” (1Cor 10,23). Attento! “Se per un cibo il tuo fratello resta turbato, tu non ti comporti più secondo carità. Non mandare in rovina con il tuo cibo colui per il quale Cristo è morto!” (Rom 14,15). Perdonare con longanimità: non c’è nessuno che non sbaglia. Sia la nostra fede capace di perdono e imiti l’amore misericordioso di Dio: “Egli perdona tutte le nostre colpe, guarisce tutte le nostre infermità” (Sal 103,3). Perdoniamoci sempre a vicenda: “Perdona l’offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati” (Sir 28,2). Sii “come il Padre celeste (Mt 6, 14-15), che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mt 5,45). Segui l’esempio di Gesù: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34). Rimanere saldi nella fede: “Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore” (Sal 27,14). La nostra fede sia operosa nella carità (Gal 5,6): “Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo” (Gal 6,9). Una fede sincera lascia operare nel suo cuore lo Spirito di Dio: “Non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo” (Ef 4,30-32).
Lettura esistenziale
“Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà perdonagli” (Lc 17, 3). È fondamentale, nella vita del cristiano, essere consapevoli del fatto che abbiamo tutti continuo bisogno della misericordia di Dio. Non presumiamo affatto di essere perfetti e che la nostra vita sia senza peccato. Davide stesso confessa: “Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi” (Sal 50, 5). Chi per abitudine trascura le proprie colpe, benché siano grandi, e si preoccupa, invece, di ricercare e di sindacare con asprezza quelle degli altri, perde di vista la propria correzione. Nella bellissima Lettera ad un Ministro, S. Francesco scrive: “In questo voglio conoscere se tu ami il Signore e ami me servo suo e tuo, se farai questo, e cioè: che non ci sia mai alcun frate al mondo, che abbia peccato quanto poteva peccare, il quale, dopo aver visto i tuoi occhi, se ne torni via senza il tuo perdono misericordioso, se egli lo chiede; e se non chiedesse misericordia, chiedi tu a lui se vuole misericordia. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attirarlo al Signore; e abbi sempre misericordia di tali fratelli” (FF 235). Il perdono non è un’emozione, ma una decisione. Esso è il frutto di un percorso che ha vari passaggi; primo: la correzione del fratello, essa ci permette di riallacciare la relazione. Se il fratello ti ascolta lo avrai guadagnato (cfr Mt, 18, 15). Se invece non ti ascolta, ecco gli altri passi da fare: avvalersi della collaborazione di una o due persone, infine parlarne alla Comunità. Se ancora il fratello non ascolta sia per te come un pagano o un pubblicano (Mt 18, 17), che non significa escluderlo, ma affidarlo alla misericordia di Dio. Comportandoci con lui come fa Gesù, che siede a mensa con i pubblicani e i peccatori per annunciare la bella notizia della tenerezza di un Dio che, come una madre, attende sempre il ritorno dei suoi figli.