• 29 Aprile 2024 15:36

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Venerdì della XXVIII settimana del tempo Ordinario

Letture: Rm 4,1-8; Sal 31; Lc 12,1-7

Riflessione biblica

“Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia” (Lc 12.1-7). Per Gesù l’ipocrisia è un fermento, ma, mentre il lievito può far fermentare in bene fino divenire pane e alimento di vita, l’ipocrisia fa fermentare solo in male, fino a divenire menzogna di vita e nella vita. Non si tratta solo di incoerenza tra ciò che dico e ciò che faccio, ma di vero inganno. L’incoerenza è debolezza di carattere, l’ipocrisia è vizio di un “cuore doppio” e di “labbra false”: “Salvami, Signore! Non c’è più un uomo giusto; sono scomparsi i fedeli tra i figli dell’uomo. Si dicono menzogne l’uno all’altro, labbra adulatrici parlano con cuore doppio. Recida il Signore le labbra adulatrici, la lingua che vanta imprese grandiose” (Sal 12,2-4). Nessuna ipocrisia ci fa progredire nella vita spirituale. Piccola o grande, l’ipocrisia è un fermento pericoloso: basta “un po’ di lievito per far fermentare tutta la pasta” (Gal 5,9). Per questo, siamo esortati a “togliere via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi (cioè puri) in Cristo, nostra Pasqua, che è stato immolato per noi” (1Cor 5,7). La vanità è un piccolo lievito, che gonfia le situazioni e rende la vita una commedia: “Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente” (Mt 23,5-7). Niente vanità, onoriamo Dio con la nostra vita: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16). Amiamo il prossimo nella verità: il parlare ambiguo e reticente mina le relazioni umane: ma anche se riuscissimo ad ingannare il prossimo, non possiamo ingannare Dio: “Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto” (Lc 12,2). Facciamo agire in noi il lievito dell’amore: “La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda” (Rom 12,9-10).

Lettura esistenziale

“Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia” (Lc 12, 1). Molte cose cambierebbero se gli altri potessero vedere quello che abbiamo nel cuore. Probabilmente molti di noi perderebbero la stima altrui. Talvolta, infatti, nascondiamo in fondo al cuore tutti i sentimenti negativi, dovremmo invece portarli alla luce e presentarli alla Misericordia di Dio perché il Suo perdono ci guarisca e riporti ordine e unità tra il nostro interno e ciò che appare all’esterno. Chi troppo spesso indossa una maschera, finisce per non sapere più chi sia. Noi non siamo delle brutte persone. Dice il Salmo 138 usando un’espressione bellissima: “Ti lodo, Signore, perché mi hai fatto come un prodigio” (Sal 138, 14). Dentro di noi c’è bellezza. Questa bellezza si chiama autenticità. Una persona è disposta ad essere autentica solo se fa una profonda esperienza d’amore. Infatti è l’amore che fa cadere le maschere e ci fa andare a viso scoperto. Ma l’amore è sapere che c’è qualcuno che ha cura di noi. Ecco perché Gesù usa la meravigliosa immagine conclusiva del brano di oggi: “Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri” (Lc 1, 7). Noi non siamo frutto del caso, ma dell’amore e non siamo lasciati soli in balìa degli eventi. In ogni istante della nostra vita Dio, come un Padre amoroso, ci porta con tenerezza fra le Sue braccia