• 13 Maggio 2024 12:00

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Giovedì fra l’Ottava di Pasqua

Letture: At 3,11-26; Sal 8;Lc 24,35-48

Riflessione biblica

Mentre essi parlavano, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: Pace a voi!”. È il saluto del Risorto: infonde sicurezza, pace interiore, comunione di amore con Gesù. Nonostante ciò, molti guardano Gesù come un personaggio del passato, un fantasma buono a cui accostarsi con prudenza.gesu-300x184 Testimoni del Risorto Ha ragione Gesù: “Perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!”. Se guardassimo con attenzione Gesù, meglio Gesù crocifisso, egli diverrebbe vivo e operante nella nostra esistenza quotidiana. Lo sperimentò Paolo: “Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. E la mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio” (1Cor 2,2-5). Lo sperimentarono tutti gli apostoli: “Apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta” (1Cor 15,5-6). Essi sono i testimoni: hanno visto Gesù nella sofferenza della passione e croce, ora lo vedono nella gloria della sua risurrezione. La loro testimonianza fonda la nostra fede in Gesù risorto: “Se Cristo non è risorto, vuota è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo mentre di fatto non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono” (1Cor 15,14-15). parola Testimoni del RisortoLo sperimentiamo anche noi, quando lasciamo operare in noi la sua parola: ci istruisce la mente per preservarci da menzogne e false illusioni che ci creiamo da noi o con cui il mondo ci inganna. Quando viviamo la sua pace: quella interiore che ci fa progredire nel bene e ci fa costruire il nostro essere figli di Dio nella santità. “Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9). E quando Gesù è vivo in noi con il suo amore: la sua misericordia riempie il cuore e ci dispone a perdonarci a vicenda; la sua bontà ci rende disponibili verso le sofferenze del prossimo. Siamo veri cristiani, se possiamo dire: “Mi sono lasciato crocifiggere con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,19-20).

Lettura esistenziale

crocifisso-300x207 Testimoni del RisortoGuardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!” (Lc 24, 39). Le mani e i piedi di Cristo portano impressi i segni della Crocifissione. Nel corpo di Gesù Risorto le stimmate della Passione rifulgono come stelle. Sono i segni indelebili del Suo Amore per noi, segni che porterà per tutta l’eternità.

“Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani” (Is 49, 16) troviamo scritto nel libro del Profeta Isaia. Gesù è entrato nella sua gloria con i segni gloriosi della sua Passione. Questi stessi segni mostra al Padre quando intercede per noi.

In Cielo non si soffrirà più, ma se su questa terra abbiamo portato con amore la nostra croce quotidiana, essa ci aprirà le porte del Paradiso.

Nel noto racconto della “Perfetta letizia”, San Francesco d’Assisi rivolto a Frate Leone afferma che in tutti gli altri doni di Dio noi non ci possiamo gloriare, perché non sono nostri ma appunto di Dio, per cui dice l’Apostolo: “Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come non l’avessi ricevuto?” (1Cor 4, 7). Ma nella croce della tribolazione e della afflizione ci possiamo gloriare, perché questa è nostra. Se noi porteremo la nostra Croce con pazienza ed allegria pensando alle pene del Cristo benedetto e per suo amore, in questo troveremo la perfetta letizia.

Se proprio non siamo capaci di portarla con gioia, quanto meno non lamentiamoci, certi che, anche se ora non lo comprendiamo appieno, il nostro Padre celeste tutto dispone per il nostro e altrui bene e “scrive dritto sulle righe storte della nostra storia”.