• 29 Aprile 2024 12:46

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Trapani, tornano processioni. Vescovo: “Occasione per testimoniare volto accogliente a migranti e turisti”

Dopo 2 anni di sospensione a causa della pandemia di Covid19, tornano a Trapani la processione del 7 agosto in onore di Sant’Alberto degli Abati, patrono della città e dal 2007 patrono secondario della diocesi, e quella del 16 agosto in onore della Madonna di Trapani, patrona dell’intera diocesi.

“Ci accingiamo con prudenza a riscoprire la gioia di essere popolo con iniziative pastorali antiche e nuove. Si tratta di una gioia che viene dalle nostre guide spirituali, la Madonna di Trapani e Sant’Alberto. Ancora una volta siamo chiamati a fare festa con lo spirito del Vangelo che ci indica la via dell’amore ai più piccoli e deboli come segno della nostra fede cristiana: ancora una volta durante la ‘quindicina’, ai gesti della nostra devozione popolare uniremo i segni dell’amore che sa fare felici i nostri bambini; i nostri anziani e ammalati che vivono soli o nelle case di riposo o nelle residenze sanitarie; soprattutto potremo rinnovare l’impegno generoso a ritrovare il volto dei poveri”. Sono queste le parole di mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani, riportate nel comunicato.

“È un’occasione per testimoniare con il nostro volto accogliente ai migranti e ai turisti l’anima cristiana e mariana della nostra convivenza cittadina. Le feste, ce lo auguriamo, saranno anche un sollievo per l’economia dell’accoglienza. Senza dimenticare il tempo difficile che stiamo vivendo: l’estate 2022 ci obbliga a ripensare gli orrori della guerra cieca promossa dalla Russia contro il popolo ucraino e nello stesso tempo a riflettere seriamente sugli errori della cultura occidentale profondamente individualista e tentata di militarizzare gli animi”. Nella lettera il vescovo di Trapani invita a pregare per la pace ed incoraggia tutti coloro che si sono prodigati nell’accoglienza dei profughi, a chiedere insieme a lui l’intercessione di Sant’Alberto, “perché le navi di grano che fece arrivare a Messina, salvando la città dalla carestia, possano incoraggiare una concreta politica di pace, così che torni il grano nei porti di tutti i Paesi poveri con l’abbondanza che solo la grazia di Dio può procurare”.