• 18 Febbraio 2025 17:28

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Fra Giuseppe Maggiore

Battessimo del Signore

Letture: Is 40,1-5.9-11/Tt 2,11-14; 3,4-7/Lc 3,15-16.21-22

Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Riconoscerci amati, cioè figli e figlie non deve e non può essere costruito con le nostre forze, deve essere riscoperto da noi stessi. Riscoprire il dono del Battesimo riconoscendosi figli e figlie di Dio. Essere figlio significa che riconosco Dio e lo riconosco come mio padre. Da figli, siamo consapevoli che siamo parte di un tutto, che ho qualcosa di mio papà, che sono parte integrante della sua famiglia che anche la mia. Purtroppo il battesimo e il suo significato più profondo e bello, è stato coperto negli anni dalle delusioni, dall’egoismo, dalla sete di potere e arrivismo, dalle delusioni, dalle convinzioni… siamo chiamati ad esercitare la professione degli archeologi: munirsi di scalpello e martelletto per far saltare i detriti che hanno coperto nel tempo il nostro essere figli amati, togliere tutto ciò che ti impedisce di essere amato.

Siamo chiamati ad essere ciò che siamo, e siamo figli. Siamo chiamati a fare memoria del momento in cui siamo stati innestati in Cristo. Scelta perlopiù inconsapevole e subita, ma che possiamo fare nostra, oggi, giorno dopo giorno. Ciò che Dio dice di Gesù lo dice di ognuno di noi: “Questi è mio figlio, il prediletto” ad ognuno di noi dice: “Mi piaci e ti amo perché sei mio figlio, non c’è alcuna distanza tra me e te, tu fai parte di me, fatti raggiungere dal mio amore, tutto il resto è surrogato”.

Se ci scopriamo figli siamo anche profeti nella misura in cui sappiamo ascoltare come il Figlio Gesù il Padre. E il Padre ci Parla proprio tramite Cristo che usa parole di vita. “Ascoltatelo”. L’ascolto è una conseguenza meravigliosa che nasce dal silenzio e dalla solitudine, luoghi che agevolano la Preghiera e quindi l’Ascolto: tu preghi Dio e si apre il Cielo. Smettiamola di sentirci sotto esame, sotto osservazione, siamo sotto l’abbraccio infinito di Dio che mi dice, ti dice…ci dice: “Sei mio figlio e ti amo, ti guardo e sono felice. Sono felice di essere tuo padre”.

Come scrive Paolo Curtaz, “siamo amati bene. Con una libertà che rende liberi. Come solo Dio sa amare. Perché, in Cristo, ci sappiamo amati. E ci scopriamo capaci di amare con la sovrabbondanza dell’amore ricevuto”.

Buona domenica!