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Tutte le verità sul “Caso Vannacci”. Destra o Europa, le acrobazie di Meloni

Diilsycomoro

Ago 21, 2023

A Palazzo Chigi e a via Venti Settembre, nelle roccaforti di Giorgia Meloni e di Guido Crosetto, leggono con attenzione un passaggio dell’ultima intervista di Gianni Alemanno, già sindaco di Roma, già ministro del centrodestra, oggi leader del Forum dell’indipendenza italiana. C’è un deciso affondo contro il ministro della Difesa: «Ha piegato la testa al politicamente corretto». C’è un avvertimento al presidente del Consiglio: «Vannacci andava difeso gli elettori sono delusi». E c’è la sfida già fissata per le elezioni europee del prossimo anno. Gianni Alemanno sta lavorando notte e giorno alla costruzione di un fronte sovranista. Ha ripreso a parlare con Francesco Storace. Ha messo insieme un gruppo di intellettuali. Ha ricostruito una rete di relazioni. E ora dice chiaramente: sono pronto. «Non voglio fare la destra della destra ma raccogliere le sensibilità della destra sociale che Meloni ha completamente cancellato da FdI», avverte. Ora gli interrogativi agitano Palazzo Chigi. Giorgia Meloni prova a capire cosa c’è davvero dietro il Mondo al contrario. Guido Crosetto pure. Dietro quella ricerca prendono forma mille interrogativi. Uno su tutti: c’è la mano di Alemanno e di Storace dietro il libro di Vannacci? Alla Difesa e a Palazzo Chigi mettono il libro sotto la lente di ingrandimento. 373 pagine piene di dati. Di analisi. Un atto d’accusa contro la “dittatura delle minoranze”. Ma anche contro la “normalizzazione atlantista” della premier. È un lavoro di un generale o c’è qualcosa finora non emerso? È solo un libro o è un’operazione politica per preparare il primo affondo elettorale a Giorgia Meloni? Il tempo aiuterà a capire. Ma c’è chi scommette che alla fine Vannacci che ha prontamente respinto le offerte elettorali di Forza Nuova sarà il candidato di punta del fronte Alemanno che per ora si limita a difendere il “suo” generale: «Non credo che sia omofobo, ma che abbia espresso una critica all’ideologia gender in modo semplicistico». E intanto parla anche Vannacci: «Io in politica? Faccio il soldato. Almeno per ora». E perché “Il mondo al contrario” sarebbe uscito proprio adesso? «Semplice, perchè l’ho finito pochi giorni fa, ai primi di agosto. Avevo cominciato a scrivere qualcosa a gennaio, partendo dal tema energia, poi ho proseguito nel tempo libero. Raccogliere in un libro le proprie idee è consentito anche ai generali che indossano una uniforme o no?».

Sono ore complicate. Anzi giorni complicati. Meloni capisce tutte le insidie che si agitano dietro l’attacco ma non può schierarsi apertamente con Crosetto (il rapporto tra i due resta solido) perchè c’è la pancia della destra che borbotta e non può dire Crosetto sbagli perchè vorrebbe dire entrare in rotta di collisione con Bruxelles. La premier è costretta a impegnarsi in acrobazie perché – come spiega Vittorio Sgarbi. «La posizione di Giorgia Meloni deve essere più moderata ma non perché lo siano i suoi elettori, ma perché l’Europa lo chiede… Ora bisogna vedere come risolve con quella parte di elettorato conservatore che vede tutto quello in cui ha creduto diventare lentamente sempre più marginale…». Per ora Meloni tace. E lascia che siano i suoi a mandare segnali agli elettori. Prima il viceministro Galeazzo Bignami«Ma la libertà di espressione e di pensiero vale solo se sei iscrito al Pd?». Poi il coordinatore di FdI e vero braccio destro nel partito Giovanni Donzelli: «Non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti». Crosetto osserva in silenzio. Incassa parole di stima (il Colle avrebbe apprezzato la posizione del ministro) e negli sfoghi più privati si ferma su un punto vero: non decide il ministro della Difesa, decide la Giustizia militare e la giustizia militare è indipendente. Ecco il punto vero: il processo. Un processo vero. Mesi per sentire test. Per ricostruire fatti. Per ascoltare Vannacci. Crosetto si sfoga sottovoce. Per alcune sue parole ignorate. E per altre enfatizzate. Ignorato il suo essere sempre garantista. E dunque anche con Vannacci. Che però «aveva il dovere di chiedere una precisa autorizzazione e di essere chiaro sul contenuto del libro». Non sarebbe andata così, dicono alla Difesa. Vannacci avrebbe solo comunicato l’uscita del libro. Ma non avrebbe detto nessuna parola su gli argomenti trattati. Ora la polemica non cala e Vannacci parla ancora: «Vedremo comunque alla fine di questo eventuale provvedimento disciplinare i fatti che mi sono stati addebitati e quali sono le accuse… Io non ho offeso nessuno, non ho discriminato nessuno. Parlando di normalità ad esempio mi riferisco alla consuetudine e mi riferisco a dati statistici: il 90 per cento della popolazione è eterosessuale, non esserlo vuol dire fare parte di una minoranza…». Crosetto legge e non commenta. Ma gli amici più stretti raccontano una inconfessabile preoccupazione del ministro: «Non sono parole di un cittadino, sono parole di un generale dell’esercito… E chi è un generale dell’esercito ha sempre una responsabilità in più».

/fonte avvenire.it