Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
S. Bernardo da Corleone
Letture: 1Sam 8,4-7.10-22; Sal 88; Mc 2,1-12
Riflessione biblica
“Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati” (Mc 2,1-12). ). Com’è strano Gesù: gli chiedono la guarigione del corpo, ed egli opera la guarigione dell’anima. Il messaggio è profondo: non vi può essere vera guarigione dell’uomo, se egli rimane lontano e in opposizione a Dio. Non basta essere guariti nel corpo per essere felici: ci vuole la pace interiore che solo Dio può dare. Gesù, il Dio con noi, va alla radice del nostro male profondo: nella sua misericordia perdona i nostri peccati e ci dona quella pace che ci permette di saper accettare le sofferenze e le nostre contraddizioni. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (Gv 14,27). Gesù è ricco in misericordia: come perdonò il peccato, guarì anche l’infermità del corpo del paralitico. Gesù vuole la salvezza di tutto l’uomo. Spesso ci sentiamo paralizzati dalla routine dei nostri peccati: sempre gli stessi. Gesù ci guarda con misericordia e dice: alzati, cammina, va a casa. Alzati: cioè abbi fiducia, è la misericordia di Dio che ti tiene in piedi e ti dà la forza di camminare. Cammina: la vita spirituale è un progresso lento, ma costante e si appoggia sulla parola di Gesù: “io sono con voi tutti i giorni”, “ti basta la mia grazia”. A Paolo, sconfortato dalle sue cadute, egli disse: “Ti basta la mia grazia; la forza si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò quindi volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,9-10). Va a casa: nella casa del Signore, dove Gesù ti offre il perdono, la sua grazia e la gioia di vivere. La vita risorge nell’amore, la fede ci sorregge con la grazia, fede e amore stabiliscono l’intimità tra noi e con il Signore.
Lettura esistenziale
“Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico” (Mc 2, 3s). Certo che non è per niente facile avere degli amici come quelli descritti nel Vangelo odierno. Persone che si fanno carico del dolore altrui e con creatività, dettata dall’amore sincero, si prodigano per alleviarlo. Una fede che non sa farsi carico del dolore e della speranza, dell’angoscia e della solitudine altrui, non è vera fede. Proprio considerando la loro fede, e non quella del paralitico, il Signore ridona la salute spirituale e fisica a quest’ultimo. Prima di guarirlo dalla paralisi fisica, Gesù lo guarisce nel cuore dicendogli: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”. Il peccato blocca la vita, la inaridisce; paralizza le relazioni e fa ripiegare su se stessi, rendendoci incapaci di guardare in avanti, attorno a noi e in alto. Il perdono di Dio guarisce, rimettendo in movimento ciò che era bloccato. Esso non consiste nel dare un colpo di spugna sul passato, ma nel dare un nuovo impulso verso il futuro, nel dare l’opportunità di ricominciare. È come un colpo di remi in avanti, verso un futuro migliore.