• 13 Novembre 2025 5:40

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Fra Giuseppe Maggiore

Commemorazione i fedeli defunti

Vangelo: Gv 6,37-40; Mt 25,31-46; Mt 5,1-12)

gesu-252x300 Vivere“Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me”. Parole di speranza Che oggi Gesù ci regala il Vangelo di Giovanni ci trasmette: semplici, essenziali nella loro brevità. Quante volte ci domandiamo cosa c’è dopo la morte. Se siamo di Cristo, e lo siamo tutti, perché la redenzione è per tutti senza alcuna discriminazione, per noi c’è la vita eterna. Quando ci sentiamo perduti queste parole rafforzano la nostra fede là dove è più debole, quando l’incertezza e la paura incalzano, ci donano speranza e coraggio nell’affrontare la vita. Ci viene in aiuto San Paolo: “Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi”. (Rm 8,14-23)

Vasco Rossi qualche anno fa cantava queste parole: “Vivere e sorridere dei guai Così come non hai fatto mai E poi pensare che domani sarà sempre meglio E combattere e lottare contro tutto contro…stare sempre al vento“. Io aggiungo stare sempre al vento dello Spirito per non essere spenti ma accesi dal fuoco di Cristo.

Innamorati

san-francesco1-scaled-e1757838009806-300x217 VivereL’unica cosa che ognuno di noi è chiamato a fare è orientare la propria vita in Cristo, lasciarsi attrarre e conquistare da Cristo Gesù (Cfr. Fil 3,12). Innamorarsi pazzamente di Lui per avere il desiderio dell’incontro senza fine. Ecco il perché di quel versetto del Cantico delle Creature che Francesco di Assisi scrive prima di tornare al Padre. Nessuno chiama sorella la morte se non si ha il desiderio di vivere eternamente in Cristo Gesù. Proprio per questo ci è chiesto di vivere la nostra esistenza come storia di salvezza, di dare il nostro contributo alle esperienze concrete di affermazione della vita, di entrare nelle dinamiche della giustizia, della pace, della salvaguardia del creato. Di essere segno e contraddizione, di essere voce profetica.

Accumulare potere, denaro, fare la corsa per avere i primi posti, non serve a nulla “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?” (Lc12,20). Ma se viviamo in una dimensione trinitaria, se l’ultimo giorno della vita lo riconosciamo come Signore, così come ha saputo fare il ladrone crocifisso accanto a Lui, nessuno può cacciarci fuori. Sta a noi perdonarci e chiedere perdono, sta a noi riconoscere che Dio è Unico ma Anche Trino.

Ma c’è davvero la vita eterna

segni-dal-cielo-300x225 VivereForse dobbiamo domandarci se davvero crediamo che la vita eterna è un dono che già ci appartiene, perché se crediamo veramente, la vita ci deve rendere vivi e l’eternità ci deve offrire forza e coraggio nell’affrontare la quotidianità della storia. Non è il potere, né la scaltrezza, neppure la ricchezza a condurre il mondo: tutte queste cose appartengono al limite dell’uomo e lo rendono prigioniero di se stesso. La storia va avanti per coloro che già su questa terra hanno la coscienza della vita eterna.

Chi vede il Figlio e riconosce nei segni del suo amore, la sua misericordia, la forza che guarisce; chi vede il Figlio in chi chiede di farsi prossimo perché quello stesso amore, quella stessa misericordia guarisca le sue ferite e così iniziare a «credere in lui» non solo costruisce un pezzo di Regno dei Cieli qui fra noi ma vivrà in eterno.

Chi vivrà in eterno?

poverta-300x200 VivereLe crociate su temi morali o su simboli esposti nei luoghi pubblici, non ci fanno guadagnare un bel nulla. Tutto ciò che conta è la misericordia e l’amore verso l’altro. Io come te verrò giudicato non per le messe, le processioni, i rosari, e tutte le belle liturgie e pratiche di pietà che abbiamo fatto e a cui abbiamo partecipato, tuto bello e anche necessario. Ma servono a poco se non vengono incarnate nella vita quotidiana, perché nell’ordinarietà si vivono le beatitudini che abbiamo ascoltato ieri Solennità di tutti i Santi.

Bisogna trasformare il tempo (kronos) in kairos, tempo di grazia per essere davvero felici, cioè beati in tutto ciò che fai se lo fa con il Signore e per il Signore (Mt 5,1-12), e lo sarai in eterno se saprai riconosce Cristo nel volto degli immigrati, dei carcerati, degli ammalati, di quelli messi ai margini della società perché hanno un colore della pelle e una religione diversa dalla nostra, o hanno un orientamento sessuale diverso dal nostro… Sapete che il Signore ama anche loro? E nell’ultimo giorno ci dirà vieni benedetto dal Padre mio perché ero quel uomo o quella donna che messa ai margini e tu mi hai amato e accolto in loro. (Cfr Mt 25,31-46)

Venite a me benedetti dal Padre Mio

san-francesco1-300x154 VivereSe si vive la dimensione di un amore senza limiti alla maniera di Cristo, come Francesco riusciremo a dire “Laudato sii i Signore per sora Morte Corporale”.

Il dolore per chi ha perso qualcuno, penso alle tante mamme che hanno perso i propri figli e figlie a causa del femminicidio, del genocidio, della violenza, della guerra, può indebolire la speranza, ma nello stesso tempo ci invita a guardare oltre, altrove, nella dimensione autentica della vita, quella del Risorto. Così, allora, tutto questo diventa in inatteso e intenso giorno di speranza.

Tutti viviamo dentro di noi le nostre morti quotidiane, ma non possiamo vivere ne da sepolcri imbiancati e ne tanto meno da cadaveri ambulanti, bisogna risorgere ora, rialzarsi dalle macerie ora, per vivere da risorti con Cristo.

Se ci sentiamo amati, sappiamo che quest’amore non ha fine continua nell’eternità dove possiamo incontrare tutti coloro con cui abbiamo condiviso un pezzo di strada in questo mondo.

Buona domenica!