Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Conversione di San Paolo
Letture: At 22,3-16 Sal 116 Mc 16,15-18
Riflessione biblica
“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15-18). È la “missione” che il Signore ha affidato a Paolo: “Quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti” (Gal 1,15-16). E Paolo l’ha presa sul serio tale missione: “Annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!” (1Cor 9,16). Tutto parte da una convinzione di fede: Dio mi ha costituito “ministro della nuova alleanza” (2Cor 3,6) e da un grande amore: “L’amore di Cristo ci spinge al pensiero che uno è morto per tutti, perché tutti quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (2Cor 5,14-15). Ecco il “dovere ineluttabile” di Paolo: un’amore senza limiti per colui che per amore l’ha scelto e l’ha reso “apostolo, missionario del Vangelo”. Egli vuol conoscerlo, condividerne i sentimenti, avere il cuore occupato da lui e dal suo progetto di salvezza, in una parola dal Vangelo. Per lui, “il Vangelo è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; in esso si rivela la giustizia di Dio, di fede in fede, come sta scritto: Il giusto per fede vivrà” (Rom 1,16-17). E per Paolo la fede è vita in Cristo: “Non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,20). Egli vive la sua missione come ambasciatore della grande misericordia di Dio: “È Dio che riconcilia a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2Cor 5,19-20).
Lettura esistenziale
“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15). “Andate in tutto il mondo”. Che ampio orizzonte ci aprono queste parole di Gesù. “È come sentirsi protesi verso tutto, e allargare le braccia per abbracciare ogni cosa, e respirare in comunione con ogni vivente, e sentire il Vangelo, la bella notizia, la parola di felicità, dilagare in ogni paesaggio del mondo come ossigeno e fresca acqua chiara, a portare vita a ogni vita che langue. “Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno lingue nuove” (Mc 16,17). Segni che non sono riservati ai soli predicatori del Vangelo, ma che accompagnano ogni credente: e il primo segno è la vita che guarisce, la gioia che ritorna. Possiamo essere certi che la nostra fede è autentica se conforta la vita e fa fiorire sorrisi intorno a noi. Dio ci rende dei guaritori. E l’altro segno è parlare lingue nuove: chi crede veramente, si apre all’ascolto dell’altro e acquisisce un’intelligenza del cuore che gli permette di comunicare con tutti, con la lingua universale che è la tenerezza, la cura, il rispetto” (Ermes Ronchi). Il Vangelo continua dicendo che il Signore operava insieme agli Apostoli, confermando la Parola con i segni che l’accompagnavano (cf Mc 16,20). Cristo opera insieme a noi, è presente in ogni gesto di bontà che compiamo. In ogni parola fresca e viva è lui che parla; in ogni costruzione di pace è lui che, insieme a noi, edifica il mondo. Il Signore ripone una immensa fiducia in noi e ci invia a contagiare di gioia e di speranza tutti coloro che incontriamo.